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09 Febbraio 2013 13 Commenti Denis Abello
Uno speciale un pò anomalo quello che MelodicRock.it vi vuole proporre, nessuna anticipazione, nessuna notizia o intervista ma un semplice ritratto per omaggiare un grande artista, Fergie Frederiksen.
L’occasione ci viene data e regalata da quello che al momento è uno dei personaggi di spicco dell’AOR e Melodic Rock internazionale, Alessandro Del Vecchio, che gentilmente a fine 2012 ci ha offerto un invito nei suoi Ivory Tears Studios per incontrare Fergie Frederiksen in quei giorni in Italia per la registrazione del suo nuovo album solista.
Prima un breve resoconto della carriera di Fergie che inizia presto e dall’incontro con Tommy Shaw da cui prenderanno vita i Trillion, a cui seguirà nell’83 l’entrata in formazione nei Le Roux con cui inciderà l’album So Fired Up e sempre in questo periodo Fergie collaborerà come backing vocals ad album che entreranno nella storia dell’AOR come Eye Of The Tiger dei Survivor.
La svolta arriva nell’84 quando Fergie verrà chiamato alla corte dei Toto per sostituire Bobby Kimball e da questo incontro prenderà vita lo stupendo Isolation, quinto album della band. Fergie rimarrà con la band solo per quell’album in studio e per il successivo tour a cui comunque seguirà un album live (Live at Castle Hall, Osaka, Japan) sempre con Fergie alla voce.
Basterà comunque la sua sola performance nell’album Isolation a rendere Fergie e la sua voce una delle icone dell’AOR. Dopo la separazione dai Toto, con cui ancora oggi comunque rimane in ottimi rapporti, l’artista americano darà il via alla sua carriera solista e a vari progetti (Frederiksen/Phillips, The World Classic Rockers, Mecca, AOR, Frederiksen/Denander…). L’ultima sua fatica solista porta il nome di Happiness is The Road uscito nel 2011 per Frontiers Records. La figura di Fergie degli ultimi anni resta però anche legata alla terribile notizia data nel 2010 di un cancro che ha colpito l’artista ma che per fortuna sembra essere stato al momento superato.
Dopo questo breve ma dovuto excursus sulla sua carriera torniamo rapidamente ai giorni nostri ed all’incontro che ci si prospetta di fronte e chi mi conosce un minimo sa che sono tutt’altro che un tipo freddo, calcolatore ed impassibile e se a questo aggiungete che ritengo Fergie una delle voci più belle del genere e la sua performance nell’album Isolation uno dei punti più alti della carriera dei Toto nonchè semplicemente Lui è uno dei miei idoli da sempre… allora forse potete iniziare a capire lo stato d’animo con cui mi sono avvicinato a questo incontro.
Ammetto da subito che l’emozione non mi abbandonerà per un solo secondo durante questa esperienza ma la persona che scoprirò di avere di fronte in quelle poche ore passate insieme va ben oltre le sue indubbie qualità professionali e artistiche.
Ed è proprio di questo che vorrei parlare in questa sede delineando il ritratto di chi prima ancora che essere un artista è una grande persona dotata di un’umanità, una classe ed una naturalezza che sono solo in secondo luogo la base di una grande carriera.
Quello che colpisce è proprio la naturale positività che contraddistingue Fergie e che non ha bisogno di grandi parole e si traduce in semplici gesti ed in una sua spontaneità disarmante in ogni situazione, spontaneità a cui non manca mai però un profondo rispetto anche per chi, come il sottoscritto, al suo cospetto si sente piccolo piccolo. Penso che mi porterò per sempre impressi nella mente alcuni gesti come l’immagine di uno dei propri idoli che passeggiando in solitaria sul lungo fiume di Sesto Calende canticchia un suo nuovo pezzo… semplicemente incredibile e surreale!
Ho avuto poi la possibilità di parlare con lui in una breve intervista di cui riporteremo più avanti il contenuto ma in cui traspariva ancora la voglia di fare e di mettersi in gioco e a tratti sembrava di avere di fronte un artista che ha appena fatto i suoi primi passi di successo nel mondo della musica e non un’artista con alle spalle già una lunga e valida carriera… direi che potrei continuare ancora con questo piccolo speciale, ma penso che ogni parola aggiuntiva sarebbe a questo punto semplicemente superflua… 😉
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