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01 Novembre 2012 38 Commenti Iacopo Mezzano
genere: Melodic Rock
anno: 2012
etichetta: Frontiers Records
Tracklist:
01. Everybody's Got A Broken Heart *
02. The Great Unknown *
03. Never Too Late *
04. I Can't Turn Back *
05. Street Survivor
06. The Air I Breathe
07. Not Tonight *
08. Calling The Game
09. Bullet In The Gun
10. Heaven Call Your Name
11. Walk On (Wildest Dreams)
* migliori canzoni
Formazione:
Jimi Jamison – Lead Vocals
Erik Martensson – Lead & Rhythm Guitar, Bass, Keyboards & Backing Vocals
Magnus Henriksson – Lead Guitar on “Street Survivor” & “Heaven Call Your Name”
Jonas Oijvall – HammondB3, Piano & Analog Synthesizers
Magnus Ulfstedt – Dru
Tra i cantanti più amati in assoluto nel panorama rock melodico, vuoi per il suo ruolo di frontman dei Survivor, vuoi per la sua innata qualità vocale, Jimi Jamison torna a riproporsi nel 2012 anche come musicista solista, affidandosi per la prima volta in assoluto al songwriting dell’uomo del momento Erik Martensson. Never Too Late, questo il titolo del nuovo album, sarà nei negozi da domani 2 novembre 2012 via Frontiers Records.
E anche qui, come per l’appena recensito disco di Rick Springfield, tecnicamente c’è poco da dire se non da meravigliarsi di cotanta bellezza in musica. Never Too Late è, a mio avviso, l’album che consacra definitivamente le capacità compositive di Martensson, mai così ispirato prima d’ora e capace di adattarsi nello scrivere un tipo di melodie che non sembravano ‘le sue’ ma che invece gli riescono a meraviglia, e con tocco da fuoriclasse assoluto. Tutti i brani qui contenuti suonano bene, benissimo, se stanti e presi d’insieme, risultando tutti dotati di un eccezionale gusto melodico, sia esso arioso, intenso e dolce, o per inverso più aggressivo, rock e di granitico impatto. Insomma, vi troverete qui di fronte a undici tracce che si adattano perfettamente alla timbrica e allo stile dell’immortale Jimi Jamison, che risorge (dalle ceneri no, ma da un periodo comunque di alta mediocrità) tirando fuori senza ombra di dubbio la sua prestazione migliore solista e dai tempi dei Survivor, tanto da apparire totalmente ringiovanito e carico di grinta ed energia come non mai. Stupendo e commovente sulle ballad e le mid tempo, con le unghie tirate fuori sui brani più ritmati e aggressivi, Jamison è (come è giusto che sia) il dominatore di questo disco, che per lunghi tratti rasenta e tocca la perfezione musicale. A coronare il tutto, una grande produzione valorizza ancor di più la prova della band di spalla, con Magnus Henriksson alla chitarra solista in “Street Survivor” e “Heaven Call Your Name”, Jonas Oijvall alle tastiere e il buon Magnus Ulfstedt a dettare il ritmo alla batteria.
Il top di Never Too Late è tutto racchiuso nei suoi primi quattro brani. Everybody’s Got A Broken Heart è un pezzo ritmato e dal ritornello assolutamente coinvolgente e catchy, che tanto ricorda i migliori episodi dei Survivor. The Great Unknow lascia tanto spazio alla vocalità potente di Jamison nella sua strofa iniziale per poi volare su un refrain raggiante e bellissimo, con il cantante sugli scudi nei suoi acuti. La title track Never Too Late è una mid-tempo di classe sopraffina, avvolgente e commovente come poce, che tanto ricorda il passato e che riesce a incollare l’ascoltatore ad ogni sua nota. Infine I Can’t Turn Back disarma e lascia spiazzati con il suo attacco iniziale e la sua atmosfera celestiale, da infarto.
Se poi per pura fatalità sarete sopravvisuti a questo quartetto, troverete in Street Survivor un’altra grande cavalcata hard rock, in The Air I Breathe una magistrale ballata scioglifemmine (ci siamo intesi? 😉 ) e in Not Tonight un altro pezzo da novanta per melodie, ritmo, originalità e intensità (tutto.). Direte poi addio alle coronarie anche con Calling The Game e Bullet In The Gun, quest’ultima traccia tutta d’azione ma con intermezzi di tastiere che sono pura poesia, mentre l’unica (minima) delusione uscirà dal penultimo brano Heaven Call Your Name, una ballad che risulta troppo in stile Giant, subito però risollevata dalla bella e possente chiusa Walk On (Wildest Dreams).
IN CONCLUSIONE
Un tempo a un disco come questo avrei schiaffato un bel 10 e tanti saluti. Sto diventando troppo critico e meno passionale, salvatemi..
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