Recensione

Khaøs – Khaøs Rising EP – Recensione

08 Ottobre 2012 Comment Iacopo Mezzano

genere: Hard Rock
anno: 2012
etichetta: MRR Records

Il progetto Khaøs è nato nel giugno 2012 con l’obiettivo di lasciare fluire libera l’energia, la musicalità e la creatività di quattro persone (Chandler Mogel (voce, Outloud), Mark Rossi (chitarre, Tribal), Nic Angileri (basso, Jorn) e Trevor Franklin (batteria, Elis)), quattro città, due continenti e quattro differenti storie. L’EP di debutto Khaøs Rising si è così formato diviso dalle distanze ma unito da una passione comune e dalla tecnologia del web, e sarà pubblicato per ora solo digitalmente a partire dal 29 ottobre, come antipasto per il prossimo full-lenght.

Un EP interessante e abbastanza originale, ma allo stesso tempo molto meno rivoluzionario di come si ci poteva attendere leggendone le parole che ne accompagnavano l’uscita. Sostanzialmente il genere proposto è un hard rock melodico, forte di un tocco moderno e di alcune leggere influenze derivanti dal metal, la cui atmosfera si mantiene particolarmente cupa e sotto certi aspetti blues nonostante il ritmo sia praticamente sempre sostenuto ed energico. La prova strumentale è buona, ma forse ancora un po’ acerba e da rivedere e perfezionare in attesa del primo album. La chitarra di Mark Rossi è aggressiva e possente, ma spesso tende a ripetersi e a non volare alta come ci si aspetterebbe. Parimenti risultano abbastanza statici e ‘nei canoni’ basso e batteria, incapaci di osare più di tanto e di mostrare trovate particolarmente originali. Molto meglio invece la vocalità di Chandler Mogel, che assoloutamente impressiona molto più di quanto faccia con gli Outloud. Il ragazzo tira fuori una prestazione carismatica e tecnicamente sugli scudi, che regala tanti punti a questo primo tentativo discografico e che lascia ben sperare per il futuro di questo progetto.

E così lascia a bocca aperta proprio la prestazione di Mogel nell’opener Distress Signal, buon pezzo dotato di interessante aggressività e di un bel ritmo che per certi versi ricorda gli Alter Bridge, mentre Reason to Die trova già più qualità di insieme e appare forse il pezzo più maturo e completo tra quelli qui proposti. Impressiona infine anche Perfect Future, che mette in risalto le migliori qualità melodiche del quartetto grazie soprattutto a un bel refrain d’impatto e facile da memorizzare fin dal primissimo ascolto.

IN CONCLUSIONE

Questo EP è un interessante punto di partenza per questa giovane band, che difetta ancora sotto diversi aspetti ma che allo stesso tempo lascia intravedere importanti potenzialità per il futuro. Il progetto Khaøs è ancora un cantiere aperto, vedremo che avremo tra le mani a lavori conclusi!

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