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17 Ottobre 2012 Comment Denis Abello
genere: Strumentale / Chitarra
anno: 2012
etichetta: Autoprodotto
Tracklist:
01.Black Sheep
02.Hope For Tomorrow *
03.Here To Stay *
04.Straight Victory
05.The Joker *
06.Elvis
07.We Are One *
08.Miriam
09.Too Hard To Say Goodbye
10.Running Round In Circles
11.Sardinia *
* migliori canzoni
Formazione:
Fracensco Marras - Chitarre e Basso
Raphael Saini - Batteria
Ospiti:
John Macaluso - batteria in Black Sheep
Patrick Abbate - solo di chitarra in Running Round in Circles
Alessandro Del Vecchio - tastiere in Here To Stay
Marco Garrucciu - solo di chitarra in We Are One
Solitamente un chitarrista che sceglie di buttarsi su un progetto solista può intraprendere due strade. La prima è di realizzare un album che vede le parti vocali assegnate ad una serie di ospiti, la seconda invece è quella di realizzare un album strettamente strumentale.
Questa seconda strada è quella che solitamente più mi spaventa in quanto il rischio di trovarsi di fronte ad un album “tutta tecnica e poca anima” per me è sempre molto alto, soprattutto se aggiungiamo a questo un artista proviente da un “territorio musicale” in cui gli shredder la fanno da padrone. Neanche a dirlo il disco che mi trovo tra le mani intitolato Black Sheep e ad opera di Francesco Marras percorre proprio questa seconda strada ed inoltre le radici di Francesco Marras, artista sardo e mente dietro ai Screaming Shadow e Black Demons, sono ben radicate nel power metal.
Dalla sua però l’artista sardo ha un’invidiabile carriera che oltre ai citati gruppi l’ha portato a collaborare con vari artisti e sfoggia per questo suo primo lavoro solista tra gli ospiti anche John Macaluso alla batteria (Malmsteen, Ark, James Labrie Project) e Alessandro Del Vecchio alle tastiere (Edge Of Forever, Hardline, Gleen Hughes, Ian Paice, Steve Lukather).
Esplicati i miei dubbi e chiariti comunque i punti forti del progetto non ci resta che premere play e lasciare che la musica ci investa e devo dire che Black Sheep è una bella tempesta con una serie di infilate di chitarra esaltanti che chiariscono subito che le qualità alla sei corde del ragazzo sono notevoli, in più c’è da segnalare l’ottimo lavoro di Macaluso alle pelli.
Hope for Tomorrow e Here to Stay mi spiazzano sfoggiando una linea melodica che non mi sarei aspettato da un artista con radici ben piantate nel power metal.
A questo punto inizia a delinearsi nella mia mente il maggior punto di forza di questo lavoro, oltre alla notevole qualità artistica di Marras e alla sua notevole tecnica, questo Black Sheep sembra vantare un lavoro di gran qualità in fase di composizione, cosa non banale su un progetto strumentale come questo.
Da qui in avanti si passa da pezzi che navigano in territorio power come in Straight Victory, giocando su una sorta di funky Rock come in The Joker o Elvis a pezzi che fanno della linea melodica associata alla chitarra il loro punto di forza come la splendida We Are One o la emozionante Miriam arrivando ad accennare quasi un tocco southern nell’intro di Runnin Round in Circles.
Si chiude con Sardinia, pezzo che rende onore alla terra di origine di Marras, con un tratto quasi melanconico che sembrare voler sfociare in una simil ballata Rock/Blues tutta tecnica e cuore, chiusura da pelle d’oca…
IN CONCLUSIONE
Sicuramente tanta tanta tecnica e virtuosismo, ma mai fine a se stesso, che unito ad una qualità compositiva di prim’ordine e ad una notevole varietà dei pezzi donano un’Anima ammaliante a questa prima uscita solista firmata Francesco Marras.
Un lavoro che può piacere a chi vive a pane e chitarra come a chi invece una sei corde non l’ha mai presa in mano e che con la sua varietà di pezzi sicuramente riuscirà ad accontentate un pò tutti.
Ottimo inizio!
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