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Recensione

75/100

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Pete Lesperance – Fade Into Stars – Recensione

04 Settembre 2012 2 Commenti Lorenzo Pietra

genere: Melodic Rock
anno: 2012
etichetta: Hope Songs Music Co.

Tracklist:

01. Say Hello
02. Save Me
03. Too High
04. Be The One
05. Hollywood
06. Satellites
07. 6 Ways (It Could Only Be You)
08. Love Someone
09. One Last Time
10. The Ride

Formazione:

Pete Lesperance - Chitarra, Voce

 

Seconda fatica discografica per Pete Lesperance, ormai ex chitarrista dei rocker canadesi Harem Scarem. Dopo il buon debutto Down In It datato 2004 e in contemporanea con l’amico Harry Hess ecco uscire Fade Into Stars, dove il chitarrista si discosta dallo stile Scarem per spostarsi verso un pop rock/melodic rock in chiave moderna, ma non cadendo mai nel banale.

La spensieratezza pop delle iniziali Say Hello e Save Me aprono l’album con le chitarre acustiche, il pianoforte in sottofondo e la melodia a farla da padrona. Too High è allegra, solare con un refrain che fa venir voglia di essere fischiettato…le ballad pianoforte-voce Be The One e 6 Ways (It Could Only Be You) sono semplici ma riescono a lasciare il segno con la loro dolcezza e melodia con una nota di merito alla prima che risulta più ispirata. Un po’ di chitarra elettrica ci accompagna in Hollywood che vira su un sound più vicino agli Harem Scarem, con un bel riff e un refrain azzeccato. Satellites con la slide guitar che accompagna e il bell’assolo risollevano una song forse non troppo ispirata nel songwriting. Love Someone è ancora un pop rock semplice ma diretto mentre One Last Time è senza dubbio la migliore traccia dell’album con un ritornello che entra subito in testa. Si chiude con The Ride con ancora pianoforte-voce in risalto e un assolo che lascia il segno per la sua emotività e dolcezza.

IN CONCLUSIONE:

Un album che va ascoltato in un momento di tranquillità, ad occhi chiusi e senza pensieri; solo così potrete godervelo al massimo. A chi si aspetta un proseguimento del discorso Harem Scarem consiglio di prendere l’ultimo lavoro di Hess.

© 2012 – 2018, Lorenzo Pietra. All rights reserved.

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