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Fabrizio Uccellini – intervista

Fabrizio Uccellini – intervista

10 Maggio 2012 1 Commento Denis Abello

fabrizio_uccelliniAbbiamo incontrato il batterista Fabrizio Uccellini (Wheels Of Fire, Rock School, Bobby Trap, Diumvana, Massimo Priviero, Exilia) con cui abbiamo scambiato quattro chiacchiere sulla sua carriera, su cosa vuol dire essere batterista di professione, ma abbiamo parlato anche di cover band e insegnamento oltre ad “estorcere” a Fabrizio alcune anteprime sul nuovo disco dei Wheels of Fire e sui suoi progetti futuri…

intervista a cura di Denis Abello

MR.it: Ciao Fabrizio e grazie per averci concesso questa intervista.
Fabrizio: Ciao Denis, grazie a te…

MR.it: Subito una domanda a bruciapelo… come mai tra tutti gli stumenti a disposizione hai deciso di diventare batterista?
Fabrizio: ma… penso che ogni musicista, quando per la prima volta ha preso in mano il proprio strumento abbia sentito che era un tutt’uno con lui.
Poi, comunque la cosa è molto soggettiva, io all’inizio mi ero fissato con la chitarra… ma non faceva per me…

MR.it: Ok, ora torniamo nei canoni “classici” di un’intervista seria… 😉 ci racconti qualcosa di te?
Fabrizio: allora, sono nato a Milano nel 1968 (mazza come son vecchio!), prima ancora di essere musicista sono un’appassionato ascoltatore di musica ed in special modo DI rock, NELLE SUE PIU’ DISPARATE SFACCETTATURE (dall’a.o.r. più leggero, fino all’heavy più pesante,), ma non disdegno qualche cosa della nostra classica musica italiana.
Ho iniziato a suonare all’età di 12/13 anni per merito di mio cugino Simone, che aveva iniziato a suonare prima di me e che mi fece ascoltare “alive!” dei kiss e da allora…..rock’n roll!
Da li in poi ho fatto un iter artistico che credo più o meno abbiano fatto tutti, inizialmente gruppetti di amici, poi man mano con l’età si diventava più bravi e ci si mescolava tra i vari componenti di altre band sempre nel circuito milanese.
Nel Frattempo, studiavo musica di sera,e lavoravo di giorno… insomma mi sono fatto la classica “gavetta”.

MR.it: Ci fai un resoconto della tua carriera dagli esordi fino ad oggi?
Fabrizio: fiuuuuu!!!! mettetevi comodi… sdraiatevi… e beh, quasi 44 anni sono tanti!
Scherzi a parte, come dicevo prima, sono sempre stato molto presente nella scena underground milanese heavy sin dai primi anni ’80.
Il primo gruppo serio l’ho avuto circa nel’88, periodo nel quale conobbi STEFANO TESSARIN, RUGGERO ZANOLINI e DOMENICO PRANTERA,che facevano parte dei mitici VANADIUM.
All’epoca si erano presi una pausa dai Vanadium e loro tre avevano deciso di formare un progetto nuovo. Feci quindi il provino e mi presero… da li dopo vari cambi di formazione e genere siamo arrivati ad una formazione stabile che comprendeva SIRO BURCHIANI al basso e RONNIE ALBERTI (ex DRAMA, gruppo storico Hard Rock milanese di fine anni ’80) alla voce.
Il gruppo si chiamava ICEBERG e ti dirò che con solo un demo tape e pochissimi live comunque la stampa dell’epoca sia italiana che estera parlava in modo molto positivo del progetto paragonandoci chi ai RAINBOW, chi ai TNT e chi ai Bonfire…
Dopo poco tempo, i VANADIUM decisero di riprendere la loro attività ed incisero il disco “nel cuore del caos”.
Tengo a precisare che questa mia esperienza mi ha insegnato moltissimo. Ovviamente per me ritrovarsi a suonare dopo anni con gli stessi personaggi che da ragazzino andavo a vedere live su palchi all’epoca x me inarrivabili, che vedevo in tv e su riviste e di cui compravo i dischi è stato fantastico.
In special modo, non finirò mai di ringraziare STEFANO TESSARIN che mi ha insegnato ed ha contribuito a farmi diventare il batterista rock che oggi sono.
Ok… dopo questa piccola parentesi riprendiamo con la storia. Giunta al termine il progetto Iceberg sono stato chiamato dagli svizzeri GUNSHY, autori del disco “mayday”, per collaborare sulla stesura dei brani del disco appena citato.
Dopodichè mi ha chiamato il gruppo EXILIA (ora diventato un gruppo new metal) nel quale già suonava il bassista SIRO BURCHIANI.
Ecco… è qui con loro che è iniziata la mia prima esperienza in una cover band, anche se ovviamente la finalità era sempre quella di progetto inedito.
Però ,nelle nostre serate facevamo tutte cover rock straniere a.o.r., ed in più ci sbattevamo dentro anche 2/3 pezzi nostri in italiano sempre a.o.r.
Da li a pochissimo siamo stati presi sotto contratto con la fonit cetra (rai), per la quale abbiamo registrato il disco d’esordio completamente in italiano, cosa mooolto diversa da ciò che oggi gli Exilia fanno. Sempre con loro feci un tour promozionale in diverse trasmissioni, come “30 ore x la vita” su canale 5, segnali di fumo su, se non ricordo male, telelombardia, roxy bar di Red Ronnie ecc. ecc.
Lo stesso anno, tutto il gruppo al completo ,venne chiamato da MASSIMO PRIVIERO per registrare l’album “NON MOLLARE” e partecipare ancora a diverse trasmissioni televisive e diversi live.
Nel fratempo ho anche collaborato per diverse produzioni New Age con il mio primo bassista e amico d’infanzia MARCO ALLEVI.
Ho mantenuto buoni rapporti con MASSIMO PRIVIERO per il quale ho inciso parte dei dischi “poetika” e “testimone” e inoltre in quel periodo ho registrato parte del disco dei WHITE ANGEL,(gruppo locale nel quale alla voce c’era OMAR ZONCADA, ora voce degli SKILL IN VEINS). Il gruppo purtroppo è ormai sciolto e ha all’attivo solo un master alla fine mai stampato con il quale proponeva un classic hard rock melodico molto bello.
Durante tutte queste cose sono stato richiamato da STEFANO TESSARIN per formare una cover band, giusto così, per divertirsi… 😉
Infatti proponevamo cover dei Bad english, degli stessi Vanadium, ma anche Iron Maiden, Metalica, Dream evil, fino ad arrivare ai Blink 182, Green Day, Red Hot Chili Peppers, e infine spingersi fino a Jethro Tull, Janis Joplin, Uriah Hepp ecc. ecc.
Il gruppo si chiamava DIUMVANA (anagramma di VANADIUM) e come ti dicevo prima è nato per puro gioco.
Con l’entrata del frontman Andrea “Mitzi Dal Santo (NOIZE MACHINE) il gruppo ha torvato la sua stabilità e da li è stata un’escalation di successi come cover band. Pensa che all’epoca (si parla di fine anni ’90) facevamo una media di 10/12 date al mese pagate benissimo!!!
Nel frattempo comunque sono diventato endorser UFIP.
Purtroppo dopo ben 15 anni e vari cambi di formazione il gruppo si scioglie… S. TESSARIN, R. ZANOLINI e M. SUZZANI (ora con me ai Wheel OF Fire) hanno formato i Rustless ed hanno inciso il primo disco.
Io e Andrea “Mitzi” Dal Santo invece abbiamo formato i BOBBY TRAP, gruppo cover di stampo sempre rock ma molto più vario.
Dopo vari cambi di formazione, oggi la line up è, oltre me e Mitzi, Marcello Suzzani (diumvana, wheels of fire) al basso, Tank Palamara (oxido, pino scotto, the lovecrave) alle chitarre e Antonio “Perkins”Scavuzzo (animali rari, millennium) alle tastiere.
Con gli stessi Bobby Trap abbiamo messo su uno spettacolo “semi teatrale” che si rifà al film “school of rock” con Jack Black, tant’è che il progetto si chiama “rock school”.
Ed infine arriviamo ai Wheels of fire con i quali, dopo vari live, stiamo finendo di registrare il secondo album. Con gli stessi inoltre abbiamo deciso di fare un progetto tributo a BON JOVI sotto il nome di Runaway.
Mentre x quanto riguarda l’insegnamento è andato sempre pari passo con i vari progetti, ovvero iniziando con allievi privati fino ad arrivare a scuole come la RICORDI MUSIC SCHOOL DI MILANO e la MUSIK FACTORY di Magenta (Mi).
Questo è quanto… sempre se non dimentico nulla… 🙂

MR.it: Se così su due piedi dovessi scegliere il momento “migliore” e “peggiore” della tua carriera?
Fabrizio: bah… vediamo.. .ma a livello artistico ma anche economico sicuramente gli anni con la cover band DIUMVANA sono stati un bel periodo, poi ovvio che ogni inizio progetto è un bellissimo momento. Il peggiore, se poi cosi vogliamo chiamarlo, ma non per il lato progetti o musica ma in quanto a situazione mondiale di mercato e di conseguenza di vendita cd,live ecc. ecc., purtroppo è questo.

MR.it: Prima ti abbiamo chiesto come mai hai deciso di diventare batterista, ora ti chiediamo quanto è difficile diventare batterista?
Fabrizio: La difficoltà nel diventare batterista la considero una cosa soggettiva in quanto se a una persona piace fare una determinata cosa, e se per riuscire in questa cosa deve studiare, farsi il mazzo ecc. ecc. in un modo o nell’altro se ci crede riesce.

MR.it: Quanto secondo te è importante una buona formazione per imparare a suonare la batteria? Sappiamo che tu stesso tieni dei corsi, ci spieghi come funziona un tuo corso e a chi è rivolto?
Fabrizio: La formazione è FONDAMENTALE, soprattutto se si è alle prime armi dove si ha bisogno di apprendere un’impostazione corretta da una figura nella quale ci si possa identificare e prendere come esempio.
Per quanto riguarda i miei corsi in sintesi comprendono teoria, rudimenti, studio applicato all’ascolto dei brani, il doppio pedale, l’accordatura,la batteria in studio di registrazione,la batteria live, l’evoluzione della batteria rock dagli anni ’70 ad oggi (analizzando stili, suoni, batteristi ecc.) ed il corso “baby drum” studiato apposta x bambini.I corsi sono aperti a tutti, dai bambini per cui ho studiato un metodo chiamandolo “baby drum” che gli insegna a suonare facendoli giocare fino ad arrivare ai ragazzi già avanti di livello che vogliono specializzarsi nel genere.
Insegno sia privatamente presso MLK STUDIOS (via Pianel 28 Milano in zona Bicocca/Niguada) che presso 2 scuole, la MUSIK FACTORY di Magenta (Mi),e la RICORDI MUSIC SCHOOL fondazione nuova musica, per adesso solo nella sede di Settimo Milanese (Mi)… per chi volesse maggiori info mi può contattare al 3921196632 😉

MR.it: Passiamo all’argomento “Live”. Quanto è importante per un artista ed in particolare per te suonare dal vivo?
Fabrizio: MOOOOLTO IMPORTANTE! Ti rispondo con una frase di un amico di molti anni fà: “noi musicisti siamo paragonabili a dei pittori che dipingendo tele hanno bisogno ad un certo punto di esporle”.

MR.it: Suoni in diversi gruppi, alcuni propongono cover e altri pezzi propri… c’è stato un gran parlare ultimamente di cover band che per molti “rubano” lo spazio a chi propone pezzi originali. Tu che hai i piedi in tutte e due le scarpe ;-), come la vedi in proposito?
Fabrizio: Ma sai Denis, qui è il classico “cane che si morde la coda”. Ovvio che a tutti piacerebbe fare solo pezzi propri, avere un contratto discografico che ti dia magari un fisso al mese e avere spazi per suonare i propri pezzi o anche una tour di spalla a qualche big ben pagato…
Qualcuno ci è riuscito, credo però che nella stragrande maggioranza non sia cosi….
Per cui, qui in italia (ma comunque credo tutto il mondo sia paese) per adesso, ma non so ancora per quanto, andranno cover… chi ci vuol campare deve fare anche quello.
Nota bene che te lo dice uno che ha sempre lavorato da operaio fino a qualche anno fà ed andava i venerdi/sabato a suonare, prove di sera,insegnamento serale ecc. ecc. per cui
condivido ciò che dice PINO SCOTTO della situazione italiana musicale, ma allo stesso tempo non condanno assolutamente chi fa cover o tributi, anzi secondo me ci sarebbe posto per tutto.
Solo che ,come al solito,qui in italia son tutti dei caproni,che appena qualche cosa funziona…..escono 1000000 di cloni dello stesso,ed è questo l’errore.
Sono convinto inoltre che la perseveranza e l’integrità di una band,che sia su un genere piuttosto che un’altro o più semplicemente nelle cover alla fine paghi. Poi comunque non dimentichiamo che gli attori in teatro quando recitano Pirandello, Shakespeare o i vari musical, in un certo senso fanno cover. 🙂
Altro paragone la musica classica: che dire delle orchestre che suonano le varie sinfonie di beethoven,verdi,puccini ecc. ecc.?

MR.it: arriviamo ad un argomento che a noi di MR.it sta particolarmente a cuore, i Wheels Of Fire, l’incredibile gruppo nato dalla volontà di Dave Rox Barbieri (voce). Come è nata la tua collaborazione con loro?
Fabrizio: La collaborazione con Dave è nata in quanto, appena finite le registrazioni di “hollywood rocks” non credo esistesse un vero e proprio gruppo, ad escluzione di STEFANO ZENI (chitarra) che ha partecipato alla composizione e stesura dei brani con Dave.
Tant’è che originariamente il disco doveva uscire come disco solista di Dave chiamandosi “Dave Rox” o “Dave Rox Band”.
Al momento della firma del contratto con la Avenue of Allies la stessa ha esposto a Dave la ferma volontà di avere un vero e proprio gruppo e non solo turnisti con la conseguenza di dare al progetto un nome.
Per cui sono stato contattato da Dave che con Stefano hanno “provinato” me alla batteria e MARCELLO SUZZANI al basso e dopo varie audizioni ci hanno dato conferma della loro decisione positiva nei nostri confronti. Cosi è nata la collaborazione che ormai da un’annetto va avanti e che spero vada avanti ancora x un bel pò…

MR.it: Dobbiamo aspettarci qualche novità prossimamente dai WoF? 😉
Fabrizio: beh, sicuramente la novità più grande riguarda il secondo disco!
Un disco più “maturo”… da gruppo… anche se il metodo di lavoro rispetto al primo non è cambiato più di tanto in quanto chi scrive tutto sono Dave e Stefano ma noi abbiamo avuto molto spazio per idee di arrangiamento ecc. ecc.
Poi ovviamente le parti ognuno di noi se le è adattate e modificate al suo modo di suonare.
Ci saranno probabilmente ospiti di spessore, sia nazionali che internazionali, e speriamo di fare più live .
A tal proposito speriamo inoltre di trovare un’agenzia di booking estera con la quale collaborare per dei live in europa… anzi, faccio un appello alle varie agenzie!!! 🙂

MR.it: …e per quanto ti riguarda? Cosa dobbiamo aspettarci prossimamente?
Fabrizio: Per quanto mi riguarda, oltre ai vari live in giro per l’italia con BOBBY TRAP/ROCK SCHOOL, presto andrò live con il BON JOVI TRIBUTE e spero anche con i WHEELS OF FIRE.
Oltre a questo ho in cantiere un quartetto molto particolare, tra il blues ed il folk, con MARCO ALLEVI (violino verticale), ROBERTO TESTINI (noto chitarrista blues) E SIRO BURCHIANI (basso).
Poi Clinic in varie scuole sul groove rock/blues/funk con SIRO BURCHIANI e Clinic sull’Hard Rock e la sua evoluzione negli anni, sempre con SIRO BURCHIANI (bassista insegnante della nota scuola MILANESE C.P.M.) e con LUCA BALLABIO (chitarrista dei Mister No/Feast ed in più insegnante della nota scuola MILANESE C.P.M.).
Infine ho in progetto, ma ancora molto in cantiere, un disco strumentale. Per adesso è solo un’idea, il disco sarebbe poi usato per Clinic del chitarrista del Wheels Of Fire STEFANO ZENI.

MR.it: non ci resta che ringraziarti per il tempo che hai dedicato a noi di MelodicRock.it e hai nostri lettori e lasciarti lo spazio per concludere come meglio credi! 😉
Fabrizio: Grazie a te ed a tutto lo staff di MR.it… e che dire ancora… seguitemi sul mio sito (www.fabriziouccellini.com) o su facebook (https://www.facebook.com/fabrizio.uccellini)… e soprattutto ROCK ON!!!

fabrizio uccellini

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