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Strangeways – Age Of Reason – Recensione

05 Marzo 2012 6 Commenti Andrea Vizzari

genere: Aor
anno: 2012
etichetta: Dangerous Dog Records

Tracklist:

1. The Sentinel
2. Run
3. Playin' It Over
4. As We Fall
5. Call
6. End Of The Day
7. Alive Again
8. Silver Moon
9. Frozen
10. Long Road

Formazione:

Terry Brock – Voce
Ian J. Stewart – Chitarre
David Stewart - Basso
Jim Drummond - Batteria
David "Munch" Moore – Tastiere

 

 

A distanza di un anno dal deludente “Perfect World”, ecco che tornano gli Strangeways con questo “Age Of Reason”. Innanzitutto la prima cosa che risalta ai nostri occhi è il cambio di etichetta: non più la “grande” e “importante” Frontiers Records che aveva prodotto il precedente disco ma la label privata Dangerous Dog Records, di proprietà del gruppo. Le ipotesi e congetture dietro questa scelta si sono via via susseguite fin da subito, che davano una label importante come la Frontiers probabilmente insoddisfatta dalle vendite e della qualità del lavoro svolto dalla band di Brock e Co. con “Perfect World” e che abbia troncato quindi i rapporti lavorativi con il gruppo. Riposto tutto nel cassettone dei gossip ecco che vi è anche il ritorno, questo confermato e ufficiale, di David Stewart (storico bassista della band). Se poi aggiungiamo l’altalenante performance del gruppo allo scorso Firefest di Ottobre ecco che quest’ultimo “Age Of Reason” non si presentava certo nel migliore dei modi, perfino nella copertina scialba e anonima.

Quello che infatti ricaviamo fuori dall’ascolto di un album come “Age Of Reason” si può riassumere tranquillamente in una semplice domanda piuttosto frequente nell’ambiente musicale: come può una band di grande livello, con dei capolavori alle spalle (in questo caso “Native Sons” e “Walk In The Fire”) arrivare a pubblicare nel giro di un anno ben due album assolutamente mediocri, senza un briciolo di quella fiamma e di quella qualità che li aveva contraddistinti diversi anni prima? “Age Of Reason” continua infatti quel trend sonoro che abbiamo sfortunatamente ascoltato in “Perfect World”: sound in versione edulcorata con brani fin troppo uguali fra di loro e una piattezza musicale che mai un ascoltatore si sarebbe aspettato. Non basta neanche stavolta il solito Terry Brock, nonostante risulti il più ispirato fra i membri della band: timbro sempre bello da ascoltare ma che in questo caso ci regala davvero pochi bei momenti. Sarebbe inutile anche un track by track quando tutte le tracce del disco condividono quasi pedissequamente una struttura e un sound fin troppo simile fra di loro anche a causa di una fredda performance della band, incapace di regalare quei brividi e quelle emozioni che un tempo abbondavano e deliziavano le orecchie degli appassionati del genere.

IN CONCLUSIONE

Un buco nell’acqua, un passo falso, chiamatelo come meglio credete ma per la seconda volta in due anni gli Strangeways non hanno degnamente onorato il nome di una band che tanti, troppi anni fa aveva dato alla luce autentici capolavori. Non ci è dato sapere il perchè di questa nuova direzione musicale che non riesce assolutamente a far decollare un sound troppo stantìo e monotono ma speriamo vivamente in un ritorno alla qualità che il nome Strangeways merita. Se proprio vogliamo trovare qualcosa di buono in questo disco vi è un Terry Brock e la sua performance vocale su cui è difficile puntare qualche critica nonostante faccia quel che può su un tappeto musicale così scialbo e nonostante sembra lontano centinaia di chilometri dalla performance del suo ultimo disco solista (anche se il fattore “Slamer” va indubbiamente considerato). Per certi versi si potrebbe accostare questa direzione musicale a quella che anni fa presero anche i Dare: virata drastica verso un sound più soffuso, delicato ed evocativo con la sola e importante differenza che nel gruppo di Wharton la classe innata del singer ha dato alla luce delle vere gemme musicali grazie ad un ottimo songwriting e a delle melodie uniche, purtroppo quasi del tutto assenti in Age Of Reason.

“Where are Strangeways now?”

 

© 2012 – 2022, Andrea Vizzari. All rights reserved.

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