Recensione

Phenomena – Awakening – Recensione

18 Marzo 2012 2 Commenti Lorenzo Pietra

genere: Melodic Hard Rock
anno: 2012
etichetta: Escape Music

Era il lontano 1983 quando Tom Galley riunì grandi musicisti del calibro di Glenn Hughes, Brian May, Tony Martin e John Wetton per produrre il primo lavoro della saga Phenomena. Nel periodo tra il 1984 e il 1993 seguirono altri concept album, semplicemente intitolati II e III che ottennero un buon successo. Dopo un lungo periodo di silenzio solo nel 2006 Tom Galley pubblica Psychofantasy e nel 2010 l’ottimo Blind Faith. A due anni di distanza, ecco il nuovo episodio Awakening, dove ancora grandi nomi come Lee Small, Toby Hitchcock, Rob Moratti, James Christian, Ralf Scheepers e altri riescono a creare un atmosfera magica sul progetto Phenomena.

A partire dalle interpretazioni canore di Lee Small, che vanno dal mid-tempo Smash It Up, pieno di tastiere e grandi assoli, all’hard rock roccioso e riffato di How Long, uno dei migliori episodi del disco. Al pomp rock di classe ci pensa Toby Hitchcock con Reality e le sue chitarre graffianti, mentre Rob Moratti ci delizia con Homeland, un classico esempio di AoR con cambio di tempo nel ritornello che farà felice chi ha apprezzato il suo ultimo lavoro. Going Away è un delizioso mid tempo interpretato da James Christian, mentre Ralf Scheepers con Gotta Move ci riporta all’hard rock più metallaro. Shake, cantata da Mike DiMeo, offre la parte più “cattiva” del lavoro con grandi riff di chitarra mentre il melodic rock di Fighter, targato Terry Brock, è un inno da stadio che i suoi Strangeways avrebbero tanto voluto sugli ultimi lavori. Segue Dancing Days, interpretata e suonata dai Coldspell, che sprigiona energia e riff a ripetizione. L’ultimo brano Stand Up For Love è una ballad che Chris Antblad interpreta alla perfezione; cori, melodia, ritornello da manuale che si stampa subito in testa.

IN CONCLUSIONE:

Un gran bel disco,un insieme di grandi nomi che hanno confermato la loro classe e un songwriting degno di loro. Suoni strepitosi e anche stavolta Tom Galley non sbaglia un colpo.

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