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25 Marzo 2012 2 Commenti Lorenzo Pietra
genere: Melodic Rock
anno: 2012
etichetta: Lion Music
Tracklist:
01. Brick Wall Falling
02. Changes In Mind *
03. Carry My Load
04. Fractions Of Love
05. Zodiac Maniac
06. Midnight Hunger *
07. Endless Night
08. All Aboard! *
09. What Goes Around *
10. I'll Be Gone *
11. Voice In The Void
12. Lost In Translation *
13. Out Of My Head
* migliori canzoni
Formazione:
Andreas Novak - Voce
Mats Hallsenson - Chitarra
Andres Lundström - Chitarra
Basse Blyberg - Basso
Martin Larsson - Batteria
Nati nel lontano 1991 e dopo aver pubblicato undici dischi, tornano gli House Of Shakira, gruppo svedese dedito ad un hard rock con venature melodiche. Il loro apice di carriera, l’album Lint datato 1997, è stato seguito da lavori poco conosciuti al grande pubblico ma non per questo di minor qualità. Orfani del cantante originale Andreas Elklund, sostituito da Andreas Novak (Mind’s Eye), ma forti del gruppo originale, gli House of Shakira pubblicano il nuovo HoS, un concentrato di melodic rock e AoR di discreta fattura, con buoni episodi ma troppe incertezze in fase di songwriting.
Apre le danze Brick Wall Falling, che dopo un ottima partenza con l’accoppiata basso/chitarra si perde in un refrain anonimo. Meglio invece Changes In Mind, con l’intro di piano e l’attacco roccioso delle chitarre, un hard rock di ottima fattura con un gran assolo centrale. Carry My Load è AoR puro, con cori nel refrain ,molto leggera ma gradevole. Le atmosfere esotiche aprono Zodiac Maniac e rieccheggiano il sound originale della band, ma la song risulta piuttosto anonima nonostante il buon guitar work. Fractions Of Love è un bel melodic rock, frizzante e trascinante mentre Midnight Hunger è uno dei migliori episodi del disco con il suo riff dal sapore settantiano che esplode in un refrain melodico e un assolo tecnico e veloce. Endless Night rallenta il ritmo virando sul sound più ottantiano ma allo stesso tempo cattivo e sporco. All Aboard! e What Goes Around suonano più AoR avvicinandosi al suono dei primi Journey/Toto con melodie che si stampano subito in testa. I’ll Be Gone ricorda qualcosa dei Gotthard, con le chitarre effettate e sempre presenti, mentre Voice In The Void parte forte con l’attacco di basso e le guitar rabbiose ma non riesce a lasciare il segno a causa di un songwriting non all’altezza. Tocca ora all’unica ballad presente, Lost In Translation; chitarra e voce in primo piano, song acustica e piacevolissima che trova il suo apice con l’assolo di chitarra finale che fa sognare l’ascoltatore. Si conclude con Out Of My Head, che non aggiunge ne toglie nulla al valore dell’album, risultando tutto sommato superflua e che personalmente non vedo adatta come song di chiusura.
IN CONCLUSIONE:
Gli House Of Shakira vi faranno passare un’ora di buona musica, niente di più, niente di meno. Nessun sussulto o song che vi farà gridare alla perfezione, solo dei ragazzi, ormai signori, che hanno il rock nel sangue e non riescono a fare a meno di farcelo sentire. Un discreto album con alti e bassi.
© 2012 – 2018, Lorenzo Pietra. All rights reserved.
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