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15 Febbraio 2012 4 Commenti Lorenzo Pietra
genere: Melodic Rock
anno: 2012
etichetta: Escape Music
Tracklist:
1. I Will Follow *
2. Bleeding Through
3. Like A Beat of A Heart
4. Our World Our Time *
5. Almost There *
6. Run Away
7. Little Lies
8. Because Of You
9. Misery
10. Some Things Are Never Long Time Ago *
11. She Talks to Angels *
* migliori song
Formazione:
Janne Hurme: voce
Risto Tuominen: chitarra
Kalle Saarinen: batteria
Jori Tojander: tastiera
Harri Kinnunen: basso
Terzo album per i finlandesi Human Temple, band dedita ad un rock melodico di classe con sfumature AoR. Dopo l’esordio nel 2004 con “Insomnia” e il buon “Murder Of Crows” datato 2010, il quintetto si è concentrato a tempo pieno al nuovo lavoro intitolato “Halfway To Heartache“, mettendo in mostra il loro lato più hard rock.
Già la prima traccia I Will Follow sprigiona energia da tutti i pori; l’attacco Maideniano, la batteria martellante e il ritmo indiavolato rendono la traccia al confine col metal. Bleedin Through e Like a Beat of a Heart ritornano su sentieri più rock oriented; le loro melodie, semplici ma accattivanti, riescono a catturare l’ascoltatore ed essere immediate. Our World Our Time parla l’AoR più classico; l’attacco di chitarra melodico e dolce, la melodia azzeccata, l’ottimo refrain…song da ricordare. Almost There ritorna all’hard rock melodico proposto nei primi lavori della band, con il ritornello che si stampa subito in testa, l’assolo semplice ma di grande effetto e un tappeto di keys in pieno stile eightes. Run Away è il proseguimento naturale di Almost There, ma meno d’effetto e decisamente anonima nel ritornello. Primo passo falso. Little Lies è la cover dei Fleetwood Mac ripresa in chiave AoR; la canzone di per se è ben coverizzata, ma l’inevitabile confronto con l’originale e la parte vocale non proprio convincente le fanno perdere tutta la magia…Because Of You torna a parlare Hard Rock, il riff iniziale e le keys in primo piano riescono a infondere energia pura, peccato ancora una volta per la prova vocale, troppo anonima e piatta. Misery è aggressività pura, attacco pesante di chitarra e batteria a mille, salvo poi virare in un ritornello al confine del power metal; i diversi cambi di tempo e il solo di organo introducono nuove sonorità per la band. Some Things Are Never Long Time Ago, con le immancabili keys a farla da padrone, parla ancora l’AoR dei tempi che furono, con gli inserti di chitarra e il piacevole giro di basso che completano una buona song. Il disco si conclude con l’immancabile ballad She Talks To Angels: attacco di batteria e sound delicato, quasi blues; la dolce chitarra acustica e lo struggente accompagnamento, i cori in sottofondo chiudono in modo superbo il lavoro.
IN CONCLUSIONE:
Non mi sento ne di promuovere, ne di bocciare questi Human Temple. Il disco, intendiamoci, è godibile e ben suonato ma sorgono diversi punti di domanda: il primo è lo stile, che dopo tre lavori dovrebbe essere riconoscibile e invece passa dal metal all’Aor più classico, al melodic rock ottantiano; secondo la voce di Janne Hurme che che spesso risulta piatta e anonima non convicendo l’ascoltatore. Detto questo consiglio un ascolto preventivo prima dell’acquisto.
© 2012 – 2022, Lorenzo Pietra. All rights reserved.
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