Recensione

Chris Antblad – A New Dawn – Recensione

20 Febbraio 2012 1 Commento Iacopo Mezzano

genere: AOR
anno: 2012
etichetta: Atenzia Records

Conosciuto forse più per le sue illustri collaborazioni da compositore (Joe Lynn Turner, Eric Martin e molti altri) e per il suo brillante lavoro nel disco degli Spin Gallery Standing Tall, il polistrumentista svedese Chris Antblad si affaccia per la seconda volta sul mondo musicale con il suo progetto solista e con questo album, intitolato A New Dawn e pubblicato dalla Atenzia Records, che segue di un anno il buon esordio Century (datato 2011 ma in realtà registrato nel 2008).

Differentemente dal primo lavoro discografico,  A New Dawn abbandona parzialmente i suoni radiofonici per puntare a un fresco rock melodico di tipica impronta scandinava, che colpisce per l’assoluta immediatezza dei suoi ritornelli, memorizzabili fin dai primi ascolti. Tra sound moderni di chitarre e una piacevole pulizia sonora, è l’ineccepibile qualità vocale del cantante svedese a stupire un po’ tutti, dimostrando le sue doti attraverso una bella timbrica che evita di fare uso forzato di tecnicismi ma che si mantiene volutamente sempre semplice ed essenziale.

L’intera tracklist si dimostra di grande livello, con alcune vette qualitative toccate nella prima metà del disco da brani quali Who Loves You Now, un pezzo molto ritmato e valorizzato da un grande riffing, dalla corale She’s Waiting For Somebody To Love e dalla splendida up-tempo She Makes Love With The Light On. Le emozioni continuano poi con la preziosa vocalità di I Still Remember, con le sussurrate e intime atmosfere di Heartbreaker e le tipiche tastiere scandinave di Too Far Away, forse picco massimo dell’intero lotto. Infine, molto bene anche la conclusiva Love Came Along, ottima chiusura per un finale a sfumare nel sogno.

IN CONCLUSIONE

A New Dawn ha tutte le qualità per potersi già candidare per un posto nelle top 10 degli appassionati in questo 2012 appena iniziato. Un album prezioso ed intenso, che sposta il nome di Chris Antblad su di molti scalini in un ipotetica gradinata dell’Olimpo dei cantautori del nostro genere. Un disco che convince grazie a una vocalità semplice ma dirompente e per il suo essere rilassante, proponendosi però denso di sensazioni e momenti di grande emozione che immergono l’ascoltatore in raggianti visioni ad occhi aperti. Non è retorica ma pura constatazione. Verificatelo!

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