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Recensione

72/100

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One Man’s Trash – HiStory – Recensione

14 Gennaio 2012 Comment Iacopo Mezzano

genere: AOR
anno: 2012
etichetta: StarHouse Records

Tracklist:

01. Real thing
02. The Restless Kind *
03. Long time
04. History *
05. Meadowland *
06. Lose My Mind *
07. Through Your Eyes *
08. She Shine's
09. Out of Control
10. Tears in My Eyes *
11. The Restless Kind (Acoustic Version)
12. History (Hotelroom Version)

* migliori canzoni

Formazione:

Jimi Jamison - Voce
Fred Zahl - Chitarre

 

Jimi Jamison si mantiene al centro dell’attenzione anche agli inizi del nuovo anno e, mentre attendiamo i primi assaggi del suo ritorno nei Survivor, lo troviamo ora impegnato in un progetto a due con il chitarrista e compositore tedesco Fred Zahl denominato One Man’s Trash e al debutto con il disco HiStory, già disponibile nei negozi.

Jamison, che appare nettamente più a suo agio con una produzione AOR-oriented come questa dove a risaltare è maggiormente la melodia rispetto al suono delle chitarre (come avvenuto nella scelta sonora più hard rock della recente uscita con Kimball), si presenta in una forma più che discreta e sfoggia una prestazione dal cantato intimo e genuino che tranquillamente equivale quella del suo ultimo disco solista Crossroad Moments. Il songrwriting di Zahl e il suo lavoro di chitarre sono buoni e il disco, pur senza presentare nulla di inedito nel suo sound, cresce con gli ascolti e si fa ascoltare con piacere, rivelandosi alla fine molto rilassante e scaccia pensieri.

Tra i brani, menzione va fatta per la dolce e ritmata The Restless Kind, forte di un ottimo ritornello corale che ricorda qualche passaggio di Reach (2006), per l’autobiografica History e la seguente Meadowland, dal bel conubio tra acustico ed elettrico, e ancora per Lose My Mind, un pezzo sostenuto e ricco di tastiere, e la dolce ballata Through Your Eyes, che chiude una parte centrale del disco davvero di grande qualità, coronata poi nel finale da Tears in My Eyes, ulteriore lento dalle forti emozioni.

 

IN CONCLUSIONE

HiStory si rivela quindi un buon disco, forte di un piacevole songwriting, di testi intimi e di qualità e di melodie semplici ma fin dal primo ascolto orecchiabili. Nell’attesa di rivedere Jamison nei Survivor, l’esordio del progetto One Man’s Trash ci permette di ritrovare certezze riguardo la vocalità di questo storico cantante, che nell’ultimo episodio con Kimball era parsa un po’ stanca e tirata ma che qui si riscatta mettendo nuovamente in luce i suoi valori. L’album non ha cali ne particolari picchi nella sua tracklist, ma si lascia ascoltare piacevolmente in tutta la sua interezza e, dopo ripetuti passaggi, riesce a non annoiare la sua utenza. L’ascolto è consigliato.

© 2012 – 2018, Iacopo Mezzano. All rights reserved.

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