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Recensione Classico

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Dare – Blood From Stone – Classico

23 Gennaio 2012 13 Commenti Iacopo Mezzano

genere: Hard Rock
anno: 1991
etichetta: A&M Records
ristampe:

Tracklist:

01. Wings Of Fire
02. We Don't Need A Reason
03. Surrender
04. Chains
05. Lies
06. Live To Fight Another Day
07. Cry Wolf
08. Breakout
09. Wild Heart
10. Real Love

Formazione:

Darren Wharton - cantante
Vinny Burns - chitarrista
Nigel Clutterbuck - bassista
Greg Morgan - batterista
Brian Cox - tastierista

 

 

Nonostante il successo dell’esordio Out of the Silence, il secondo album dei Dare, intitolato Blood From Stone e pubblicato nel 1991 sempre dalla A&M Records, rivelò ad ampi tratti un suono completamente opposto a quello del suo predecessore.

Ad ammissione dello stesso Darren Wharton, i motivi di questa scelta erano dovuti all’esplosione in quei primi anni ’90 di realtà musicali dal sound marcatamente rock, quali in particolare i Guns N’ Roses. Quindi, nel tentativo di non finire la loro carriera dopo un solo album come storicamente era accaduto a molti gruppi, i Dare cercarono di adattarsi al mercato, avvicinando maggiormente il loro stile alle sonorità made in USA che andavano per la maggiore e che sia la critica che la loro stessa etichetta discografica gli richiedevano.

Il risultato fu un album dannatamente grezzo e dal tipico mixaggio in stile stelle e strisce, dove i suoni non erano più cromati e nitidi, ma densi di chitarre calde, graffianti e assolutamente maschie. Di conseguenza, la stragrande maggioranza dei brani contenuti in Blood From Stone vide Vinny Burns, qui ispirato come non mai, quasi monopolizzare il prodotto finale con il suo strumento, attraverso riff serrati, rapidi, massicci e assoli fulminei quanto tecnici. E così lo stesso Wharton modificò sensibilmente il suo cantato, rendendolo molto più rauco e graffiato che in precedenza e abbandonando quasi interamente le parti spesso quasi sussurrate dell’esordio, gettandosi in strofe e ritornelli che davano la comunque sempre piacevole sensazione di essere urlati con rabbia al cielo.

Un tracklist molto serrata lasciò spazio a due soli lenti, ovvero il quinto brano Lies, vero e proprio sfogo verso l’amore perduto, e l’ultimo Real Love, un brillante inno alla grandezza del sentimento più cantato del rock. Le restanti otto tracce furono una dopo l’altra delle rasoiate di energia, a partire dalla splendida opener Wings of Fire, che in qualche modo ricordò lo stile dei Thin Lizzy, per proseguire con We Don’t Need A Reason, dirompente quanto un rapido di passaggio a 140 km/h in una stazione locale e dal cantato violento ma a metà tra il primo Bon Jovi e Bryan Adams, e per finire nominando ancora le atomiche Live To Fight Another Day e Cry Wolf , la cui finta calma iniziale di quest’ultima divampa in alcuni dei riff più belli dell’intero lotto.

IN CONCLUSIONE

Blood From Stone fu un disco anni luce diverso rispetto a quanto i fans dei Dare potessero aspettarsi dopo un esordio levigato come Out of the Silence. Sicuramente fu un prodotto che deluse (e forse allontanò) tutti coloro che non erano pratici delle marcate sonorità hard rock. Certamente fallì nei suoi intenti di sfondare il mercato discografico, tanto che fu a larghi tratti ignorato dai più e non riconosciuto apertamente dai critici. Ma Blood From Stone è tutt’oggi un album quasi unico per spirito di aggressività rock. Dotato di brillanti sfoggi di tecnica musicale, è un prodotto che forse non si apprezzerà al primo ascolto, che talvolta lascerà dubbi o incertezze, che non nominerete forse mai come il miglior disco dei Dare, ma che certamente resterà un tassello massimo di questo genere anche per gli anni a venire. Siano benetti i Dare, sempre.

© 2012 – 2023, Iacopo Mezzano. All rights reserved.

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