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26 Novembre 2011 Comment Denis Abello
genere: Classic Rock
anno: 2011
etichetta: Voodoo Highway - Rock N Growl
Tracklist:
01. Intro (Since 1972)
02. Till It Bleeds
03. The Fire Will Burn Away *
04. J.c. Superfuck
05. Window *
06. Running Around
07. Broken Uncle’s Inn *
08. Heaven with No Stars *
09. Gasoline Woman *
10. In Fact It’s the Worst
Formazione:
Federico Di Marco - Voce
Matteo Bizzarri - Chitarre
Filippo Cavallini – Basso
Alessandro Duò - Hammond / Piano
Lorenzo Gollini – Batteria
Ogni tanto capita, continua ad aggirarsi per le strade e quando meno te lo aspetti fa qualche vittima sul suo percorso. E’ lo spirito del rock anni ’70 che da ormai più di quarant’anni viaggia in cerca di prede. Spesso lo si da per spacciato, fuori moda e fuori tendenza, addirittura agonizzante, ma tanto questo non molla.
E’ stato così lo scorso anno per i Black Country Communion e lo è ora per i Voodoo Highway, 5 ragazzi di Ferrara che sono stati contagiati dalla “presenza” che ha afflitto gruppi storici quali Deep Purple, Led Zeppelin e Rainbow.
L’intro che fa da apripista all’opera ci introduce letteralmente attraverso un’immaginaria porta nel 1972, anno in cui forse lo spirito del Rock mostrava tutta la sua potenza. Da qui si parte per una corsa senza sosta nel più classico stile seventies sulle note di pezzi quali Till It Bleeds, The Fire Will Burn Away, Running Around e la conclusiva In Fact It’s the Worst che fanno dell’impatto sonoro di puro Rock classico la loro arma vincente a cui si alternano trame più ricercate come nella bella e riuscita titletrak Broken Uncle’s Inn o nell’ottimo lavoro svolto dal gruppo in Gasoline Woman.
Ultima nota per l’unico lento Heaven with No Stars, in cui la voce di Federico Di Marco dona buona personalità al pezzo e su cui si staglia su tutto un ottimo lavoro nell’assolo di hammond e chitarra.
IN CONCLUSIONE
Sicuramente i Voodoo Highway riescono a confezionare un lavoro di gran livello, intriso ed impregnato di Rock fino al midollo e che rende degnamente giustizia al passato pesante che si porta sulle spalle questo genere.
Anche se forse più che l’album in se, che rimane di indubbia fattura, quello che più colpisce dei Voodoo Highway è proprio la bravura stessa del gruppo, supportati da ottimi elementi che giocano abilmente e si intrecciano fra loro in maniera impeccabile. Buonissima la prova vocale di Federico e decisamente da incorniciare i momenti in cui l’Hammond di Alessandro Duò si insegue sulle note della chitarra di Matteo Bizzarri, il tutto sorretto da una sezione ritmica (Filippo Cavallini al basso e Lorenzo Gollini alla batteria) di notevole valore e mai fuori posto.
A parte il buon risultato raggiunto con questo lavoro, un gruppo che potrà far sicuramente ben parlare di se negli anni a venire.
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