Registrati gratuitamente a Melodicrock.it! Potrai commentare le news e le recensioni, metterti in contatto con gli altri utenti del sito e sfruttare tutte le potenzialità della tua area personale.
effettua il Login con il tuo utente e password oppure registrati al sito di Melodic Rock Italia!
18 Novembre 2011 4 Commenti Iacopo Mezzano
genere: Hard Rock
anno: 2011
etichetta: Roadrunner Records
Tracklist:
1. This Means War
2. Bottoms Up *
3. When We Stand Together *
4. Midnight Queen *
5. Gotta Get Me Some
6. Lullaby *
7. Kiss It Goodbye
8. Trying Not to Love You
9. Holding on to Heaven
10. Everything I Wanna Do
11. Don't Ever Let It End
* migliori canzoni
Formazione:
Chad Kroeger - voce, chitarra ritmica
Ryan Peake - chitarra solista, seconda voce
Timmy Dawson - chitarra ritmica, tastiere
Mike Kroeger - basso
Daniel Adair - batteria, cori
Mi trovo a scrivere questa recensione con un sentimento contrastante tra rabbia e delusione. Sono uno di coloro che ha sempre apprezzato i lavori dei canadesi Nickelback, una band che gode di un enorme successo in tutto il mondo e tra i diversi tipi di amanti della musica molto probabilmente soprattutto grazie alla sua formula commerciale, fatta di melodie farcite di una produzione stellare e di uno stile che oscilla tra l’hard rock e, per approccio, il pop più moderno.
Come premessa vi dico che ho amato alla follia i precedenti dischi di questa realtà, su tutti All the Right Reasons e l’ultimo gioiello Dark Horse. Ma ora di fronte a questo Here & Now, che uscirà nei negozi a fine mese, mi trovo ad avere un amaro in bocca tendente all’ulcera su tutto il palato. Infatti questo nuovo lavoro gode (si fa per dire..) di un’atipicità disarmante rispetto ai suoi predecessori: manca di veri e propri ritornelli!!
I refrain che riescono a rimanere impressi al primo ascolto e a convincere poi ai passaggi successivi sono ben pochi, e per ben pochi voglio intendere al massimo uno o due.. E le tracce che hanno un qualcosa da raccontare sono parimenti minime. Nominerei Bottoms Up, una buona sferzata di energia, la ormai celebre When We Stand Together, la discreta cavalcata Midnight Queen e la tipica ballata Lullaby. Fate voi che il brano che forse convince di più è proprio When We Stand Together, che già ha un grado di efficienza molto ma molto basso e entrerà nelle nostre menti solo dopo i mille mila ascolti che le radio ci faranno passare per il cervello..
Ma parliamone di questo ultimo aspetto, perché così è troppo facile.. hai una major sotto il sedere e anche se fai dei pezzi così così questi monopolizzano le radio e te lo li che, alla faccia di critiche e insulti, hai un album che vende come i precedenti e zittisce tutti.. finirà così, sicuro. Vedrete che tournè.. Però non va bene, d’accordo è il loro primo vero passo falso ed è anche ingiusto stroncarli, però la sensazione è quella di una band che si è un po’ troppo seduta sugli allori e ha stampato un disco sottotono solo per stare agli accordi della loro label.. perché anche la durata è striminzita, conto meno di 40 minuti per 11 tracce.. un pochino meriterebbero di essere puniti con un bel calo di vendite, che dite? Almeno avremo la garanzia di un vero album in futuro..
IN CONCLUSIONE
Chissà perché quando l’attesa è tanta si finisce spesso e volentieri con l’essere delusi.. è sempre così. Come già detto, il disco non ha alcun ritornello al 100% degno di nota e poggia tutto sulla solita indubbia qualità tecnica della band e su una produzione mastodontica. Restano da annotare, esagerando, i quattro pezzi soprannominati, ovvero Bottoms Up, When We Stand Together, Midnight Queen e Lullaby. Per il resto un album massiccio, forse tra i più “violenti” della formazione, certamente ben suonato ed eseguito con cura e amore, ma privo di tracce ben scritte e veri scossoni. Lo consiglio solo ai fanatici della band. Per me vale un 6 di circostanza, nulla di più.
© 2011 – 2018, Iacopo Mezzano. All rights reserved.
Devi essere registrato e loggato sul sito per poter leggere o commentare gli Articoli