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Recensione

85/100

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Newman – Under Southern Skies – Recensione

18 Ottobre 2011 1 Commento Iacopo Mezzano

genere: Melodic Rock
anno: 2011
etichetta: AOR Heaven

Tracklist:

01 Killing Me
02 If He Loves You *
03 Under Southern Skies
04 Strength To Carry On *
05 Ghost In The Night
06 Without Warning *
07 She’s Gone
08 Fire With Fire *
09 Save No Prisoners
10 Wish You Were Here
11 Montserrat *

* migliori canzoni

Formazione:

Steve Newman - Voce, Chitarre, Basso, Tastiere
Rob McEwan - Batteria

 

In un 2011 così denso di uscite discografiche di qualità, non poteva assolutamente mancare un nuovo capitolo dei Newman, progetto interamente capitanato dall’artista inglese Steve Newman, che dal ’97 ad oggi è sempre stato in grado di sfornare dischi di grande qualità, basti ascoltare l’ultimo The Art of Balance (2010).

Under Southern Skies, questo il titolo dell’album uscito per AOR Heaven a fine settembre, si trova quindi nella importante posizione di confermare quanto di buono fatto nell’ormai ben oltre ultra decennale carriera di questo musicista. Vediamolo assieme..

LE CANZONI

L’apertura è affidata a Killing Me, un brano dove il cantato di Steve Newman mostra già tutta la sua versatilità, bilanciandosi tra strofe dalla vocalità quasi alla Jorn e un ritornello di grande effetto, nel quale la voce, accompagnata da una buona coralità, si fa più acuta e nei canoni dell’AOR. Piacievoli le chitarre e le tastiere.
Siamo già a quello che si rivelerà uno degli apici del disco con la seconda canzone If He Loves You, una mid-tempo dall’ottimo songwriting e dal refrain da urlo, con stupendi effetti di tastiere ad accompagnare la voce. Newman riesce a esprimere a pieno la sua capacità di trasmettere sensazioni all’ascoltatore, con un cantato paragonabile a quello di Soto e con strofe quasi sussurrate che fanno da precisa anticipazione al ritornello.
Segue l’omonima Under Southern Skies, che esplode d’energia rock attraverso un pregevole riff stoppato, coronato da grandi effetti di sfondo. Un brano che sostanzialmente non inventa nulla di nuovo, ma nella sua essenzialità convince, anche grazie a ottimi suoni adeguatamente levigati e nuovamente alla grande vocalità di Newman.
Voce che irrompe dolce ma potente (e lascia perfettamente intendere come sia effettivamente sottovalutata a fronte delle sue indubbie qualità) sulla seconda ballad del disco, Strength To Carry On, con Newman accompagnato dalla sola chitarra acustica fino al ritornello, che si amplifica in un dirompente ingresso di strumenti, da brividi.
Si stacca subito con Ghost In The Night, canzone molto ritmata e ben arrangiata, con chitarra prestante accompagnata da tastiere in primissimo piano, e poi con la splendida Without Warning, diamantino esempio di hard rock moderno, con strumenti e voce che si scindono assieme e si completano tra rallentamenti e accelerazioni e un raggiante solo di chitarra che corona questi ispiratissimi oltre 5 minuti di canzone.
Ancora positive le sensazioni di She’s Gone, con ottime strofe tutte basso-batteria e con la chitarra e le tastiere a echeggiare di sfondo davvero di grande effetto, e soprattutto di Fire With Fire, brano in puro stile westcoast, dall’atmosfera rilassata, calda e sognante che incolla d’istinto l’orecchio alla cassa dello stereo, portando l’ascoltatore a immedesimarsi a pieno nella musicalità di un refrain di grande stile.
Un po’ banalotta, Save No Prisoners poggia su un ritornello ben congeniato e tra i più immediati del disco, ma non convince a pieno, lasciando la sensazione di poggiarsi su una base con troppa poca consistenza.
Molto meglio la penultima Wish You Were Here, altro pezzo dolce e sussurrato e dalla vocalità soffusa e calda come un tramonto estivo, e la lunga (oltre 7 minuti) chiusura sognante affidata a Montserrat, che corona il disco attraverso un inizio a note solitarie ed echeggianti (che entrano tra i brividi sotto la cute fino al cuore) che mano a mano si evolve guidato della voce portante di Newman fino a presentare un rinnovato spirito rock che esplode infine carico in un pregevole assolo di chitarra, di grande consistenza, che apre al trionfante finale. Ben fatto!

IN CONCLUSIONE

Under Southern Skies è l’ennesimo trionfo per Newman e un altro grande capitolo della sua densa carriera. Tutto regge su fondamenta fatte di ottimi suoni, sempre ben calibrati, nitidi e dosati, su grandi chitarre e tastiere, e su un magistrale songwriting, tanto che il disco sa regalare una vasta gamma di sensazioni all’ascoltatore, muovendosi con gusto tra getti di energia e momenti soffusi, perfetti magari da godersi in riva al mare al tramonto con la vostra metà. L’apice resta comunque certamente la voce di Steve Newman, abilissima nel trasformarsi a seconda delle situazioni, tra ottime vocalità basse e sussurrate e acuti di rilievo sui brani più vivaci. Cercando difetti, forse non tutti i brani hanno la stessa qualità e talvolta si tende a cadere un po’ troppo sul già sentito, ma è roba di poco conto di fronte a brani come If He Loves You o la chiusura Montserrat. Quindi, in conclusione, Under Southern Skies è un disco da sentire e da gustare con attenzione per ogni amante del melodico, e che porta alla luce per l’ennesima volta il solito interrogativo: possibile che questo artista, che sforna sempre album di qualità, non riesca a raggiungere la fama che si merita? Ai posteri l’ardua sentenza..

© 2011 – 2018, Iacopo Mezzano. All rights reserved.

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