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Recensione

84/100

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Lizhard – Lizhard – Recensione

20 Ottobre 2011 4 Commenti Denis Abello

genere: Hard Rock
anno: 2008
etichetta: Perris Records

Tracklist:

01. Rock ‘N' Roll Is Back *
02. Devil’s Highway
03. Let The Good Times Roll
04. I Cry For You *
05. Life In The Fast Lane
06. Let’s Party *
07. Bad To The Bone
08. Angel *
09. My Wild Side
10. Diamond *

* migliori canzoni

Formazione:

Luke Marsilio - voce, chitarra, armonica
Paul Mainetti - chitarra
Luca "Ze" Moroni - basso
Ricky Lecchini - batteria

 

Facciamo un salto nel non troppo lontano 2008, anche se a livello di hard e melodic rock italiano sembra passata un’eternità, e ripeschiamo l’esordio dei nostrani Lizhard in vista della loro prossima partecipazione al primo Rockfest di Madrid.
Dicevamo che sembra passata un’eternità da quel 2008 che vede i natali di questo album. Si era ancora ben lontani dall’intravedere una scena italiana del genere con caratteristiche ben definite e ormai riconosciute come negli ultimi due anni, ma le cose iniziavano comunque a muoversi.

I Lizhard quindi si trovano a dover affrontare un panorama se possibile ancora più ostico di quello attuale ma dopo anni di gavetta come cover band e un EP (in italiano) decidono comunque che è arrivato il momento di mettersi in gioco seriamente ed il risultato è questo primo album che comunque, ancor prima di partire con l’ascolto segna già un suo punto a favore… quanti guardando la copertina non vorrebbero essere una delle lucertole?

LE CANZONI

Lucertole a parte è arrivato il momento di mettere a ferro e fuoco questo disco e quindi premiamo il tasto play immergendoci nel profetico Rock’N’Roll is Back di chiara ispirazione USA che ci sbatte letteralmente in faccia il ritmo firmato Lizhard. Calzate i vostri stivali, inforcate i vostri ray ban e lanciatevi nella Devil’s Highway… suono pesante, voce graffiata e chitarra tagliente, signori, siamo al cospetto del rock!
Non si molla il tiro e con Let The Good Times Roll si continua a rimanere nel solco dell’hard rock di pura matrice Usa. La voce calda e dal sapore blues di Luke ben si adatta al pezzo.
Dopo la sferzata hard rock dei primi tre pezzi l’entrata in circolo della bella ballata I Cry For You con la sua personalità fatta di potente dolcezza ci lascia completamente inermi e in balia di uno dei sicuri highlights di questo lavoro.
Life in The Fast Line, cover degli Eagles, ci riporta con un pugno allo stomaco direttamente alla realtà fatta ancora una volta di chitarre rockeggianti unite alla voce sempre in prima linea del grande Luke Marsilio.
Let’s Party taglia i toni dell’Hard Rock mostrando un lato più easy per un pezzo in cui il basso spadroneggia dettando tempo e legge… lasciatevi trascinare da questo splendido swing rock.
Il momento easy dura poco e la vena più hard rock dei Lizhard riprende presto a pompare sangue e Bad To The Bone ne è la conferma, ancora una volta la voce di Luke in primo piano innalza il valore di un pezzo comunque di per se già ottimamente confezionato.
All’acustica Angel a questo punto l’arduo compito di smorzare l’adrenalina ormai in pieno circolo e di farci battere il cuore ancora una volta grazie ad un’interpretazione ottima della band, notevole il solo di chitarra.
Ed ecco invece che il ritmo segnato dalla batteria di My Wild Side sembra voler spingere in noi proprio l’ultima scarica di adrenalina prima di lasciare che la dolce Diamond chiuda in estrema dolcezza un album che a distanza di alcuni anni continua a mantenere inalterato il suo valore.

IN CONCLUSIONE

In realtà la conclusione è già quanto detto in chiusura dell’ascolto di questo lavoro, un album che a distanza di alcuni anni continua a mantenere inalterato il suo valore.  Sicuramente  non vuole aggiungere nulla al genere o stupire con effetti speciali, ma i Lizhard dimostrarono nel 2008 che anche in Italia si poteva fare del buon Hard Rock di stampo americano, con una produzione degna di nota (a cura del buon Alessandro Del Vecchio) e suonato con passione. Primo punto a favore di quanto l’Italia sarà capace di fare da li in avanti… 😉

© 2011 – 2018, Denis Abello. All rights reserved.

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