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11 Ottobre 2011 Comment Iacopo Mezzano
genere: Melodic Hard Rock
anno: 2011
etichetta: AOR Heaven
Tracklist:
01. Get On With The Action
02. Change Me up
03. OughtoGraugh
04. You Love’s A Runaway *
05. Stealin’ My Love
06. Let’s Rawk The Nite *
07. Addiction For Love *
08. Idolize Me *
09. Rock Back To The 80s
10. You’re Gonna Dig On It
* migliori canzoni
Formazione:
Pelle Saether - voce
Peter Ledin - chitarra, cori
Dennis Vestman – chitarra, cori
Richard Holmgren – batteria, cori
Anders Modd – basso
Ritornano alle scene gli svedesi Grand Design dopo l’onesto album di debutto Time Elevation pubblicato nel 2009, e lo fanno con questo Idolizer che uscirà nei negozi il 28 ottobre 2011 per AOR Heaven.
Un gradito ritorno per una band che con il suo esordio aveva colpito gli appassionati, senza però sbancare definitivamente la scena. Vediamo ora se e quanto con questo secondo capitolo i Grand Design siano stati in grado di migliorarsi e maturare..
LE CANZONI
L’esordio è di quelli energici con Get On With The Action, brano dalle belle chitarre in primo piano. Fin da subito i rimandi al sound dei Def Leppard sono fortissimi, e proseguiranno tali per tutta la durata del disco. Di per se il pezzo è valido e divertente, ma è rovinato da una prestazione vocale del singer Pelle Saether a tratti davvero troppo fastidiosa nel suo essere acuta. Molto meglio le parti corali, ben calibrate specie sul ritornello.
Stessi pregi e difetti per Change Me Up, dove la voce di Pelle riconferma tutti i difetti già espressi nel precedente brano. Ed è un peccato, perchè ancora una volta il brano, seppur poco originale, era valido, con piacevoli effetti e un ritmo incalzante di buona qualità. E anche per OughtoGraugh il discorso è pressocchè identico, con una mediocre vocalità che va a spegnere quanto di buono fatto dal resto della band e in particolare dalle chitarre, loro si davvero piacevoli.
Molto meglio You Love’s A Runaway, una piacevole ballad con arrangiamenti in sile 100% Def Leppard. Qui le parti vocali richiedono minore energia e note alte, specie sulle strofe, e il cantato appare molto più convincente. Se tutto il disco avesse avuto linee di voce come queste, forse ci sarebbe stato un mezzo punto almeno di differenza sul voto finale, tant’è che anche la seguente Stealin’ My Love riesce a convincere maggiormente, sempre grazie a una ottima base strumentale con chitarre molto presenti e alla sua stessa natura di mid-tempo (con ritornello accellerato) che ancora il cantante a tonalità quasi sempre più basse.
Bella la coralità all’inizio di Let’s Rawk The Nite, al pari di un riff non certo inedito ma ispirato. In questo brano il cantato cerca palesemente di imitare lo stile di Joe Elliott, perdendo nettamente per KO tecnico. E infatti ritornano i fastidiosi acuti e quella vocina un po’ stridula che proprio non riesco a digerire..
E’ quasi una cover di Love Bites la traccia numero 7 Addiction For Love, che nonostante l’originalità pari a zero si eleva a una delle migliori tracce dell’intero disco, grazie (qui si) a un’ottima prestazione del fino a qui martoriato Pelle Saether, che riesce finalmente a dimostrare di saper toccare buoni livelli. Alleluia!
Bella è anche Idolize Me, che nonostante il ritorno del fatidico acuto poggia salda su un ritornello che entusiasma e per certi versi riesce ad essere anche originale, specie per come attacca immediato a fine strofa, mentre mi suona meno ispirata la penultima Rock Back To The 80s che, nonostante un titolo che promette bene, si rivela anche sul ritornello un po’ troppo leggera, seppur la coralità sia ancora una volta valida.
Chiude You’re Gonna Dig On It, ennesima perfetta summa dei pregi/difetti di questo disco. Grande ritmo incalzante, belle chitarre, buona batteria e basso, super cori, ma cantato solista poco incisivo e scarsa originalità.
IN CONCLUSIONE
Idolizer è un discreto album dotato di buoni suoni e apprezzabile energia. Senza dubbio migliora il precedente esordio, ma il disco non riesce ancora a sfondare come dovrebbe. E’ evidente come lo stile della band sia fedelmente devoto ai Def Leppard, forse anche troppo. Di positivo c’è un tasso tecnico/compositivo della formazione comunque alto, tanto che i Grand Design appaiono sempre ispirati e convincenti. Il problema ricade però ancora una volta sulla non presenza di una hit, di un singolo di spessore che li consacri. Insomma, il livello è sempre medio-buono ma non ci sono picchi. Altro problema è la voce di Pelle Saether che lavora bene sui lenti e sui mid-tempo ma appare fastidiosa nei pezzi più movimentati, con quella sua eccessiva tonalità acuta. Qualcuno più cattivo di me lo ha definito voce elio, io semplicemente dico che è un modo di cantare che dopo un po’ tende a stufarmi e in certi casi anche a darmi fastidio. Ci sarà sicuramente chi lo apprezza, io non sono tra questi.
Insomma, questo Idolizer deve ottenere una chance d’ascolto, specie da parte dei fanatici dei Def Leppard (ribadisco come tutto sia in stile Def Leppard, dalle chitarre, alla batteria, agli arrangiamenti..), ma non credo diverrà disco di spessore per molti, schiacciato da uscite quest’anno senza dubbio migliori.
© 2011 – 2016, Iacopo Mezzano. All rights reserved.
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