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Doug Aldrich (WHITESNAKE) – Intervista

Doug Aldrich (WHITESNAKE) – Intervista

25 Maggio 2011 1 Commento Andrea Vizzari

dougaldrich1In concomitanza con l’uscita nei negozi del loro ultimo esplosivo album dal titolo “Forevermore”, con immenso onore il nostro Andrea ha scambiato quattro chiacchere con il chitarrista dei Whitesnake Doug Aldrich, dimostratosi gentilissimo e disponibile nel concedersi a questa succosa intervista !! Buona lettura…

MR.IT: Ciao Doug, innanzitutto grazie mille per la disponibiltà, è davvero un onore per noi di MelodicRock.it averti qui fra le nostre pagine per questa intervista!!

DOUG ALDRICH: Il piacere è tutto mio, grazie a voi per l’intervista!!

MR.IT: Partiamo subito col vostro nuovo album, Forevermore, che personalmente ritengo sia un disco assolutamente devastante con tutte le carte in regola per diventare il miglior album hard rock dell’anno.

DOUG ALDRICH: Grazie mille Andrea!! Abbiamo passato dei bei momenti durante la creazione di questo disco ma allo stesso tempo ha richiesto molto duro lavoro. E’ davvero un piacere vedere che tutto questo sta portando i suoi frutti con ottime risposte dal pubblico.

MR.IT: Con Forevermore, ci sono stati vari cambi in line-up con l’aggiunta di due nuovi musicisti: Michael Devin al basso e Briian Tichy alla batteria. Puoi dirci di più su questo cambiamento? Cosa ne pensi dei due nuovi arrivati e cosa invece è andato nel verso sbagliato con i loro predecessori (Uriah Duffy e Chris Frazier)?

DOUG ALDRICH: David (Coverdale, ndr) decise di voler provare un bassista differente. Ho lavorato con Chris Frazier, che è un mio caro amico, in diversi dischi ma capii che per questo nuovo lavoro Briian Tichy era la chiave vincente. Così una volta contattato Briian, lui portò Michael con sè e l’alchimia creata era decisamente incredibile.

Questi ragazzi hanno lavorato moltissimo, ma adesso siamo veramente affiatati!! Abbiamo provato per un paio di settimane e sono arrivato alla conclusione che questa è sicuramente la mia line up preferita dei Whitesnake.

MR.IT: Parliamo invece della tua entrata nei Whitesnake: come sei entrato in contatto con Coverdale per diventare il nuovo chitarrista della band? Credo proprio che ai tempi non credevi a quanto stava succedendo vero?

DOUG ALDRICH: David mi chiese di entrare nella band per il tour del 2003, quando io facevo parte dei DIO con Ronnie (James Dio, ndr). All’inizio, David mi chiese di suonare con lui per un breve tour di soli due mesi, ma entrambi capimmo che avevamo ancora molto materiale da suonare e così il tour continuò. Durante gli anni io e David abbiamo scritto grandi cose insieme e, inutile dirlo, sono così onorato e gli sono tanto riconoscente per avermi scelto come chitarrista nella sua band. Ho imparato molto da lui.

MR.IT: Doug, puoi dirci qualcosa riguardo il processo di stesura dei brani che la band ha utilizzato per Forevermore? Credo che David abbia trovato in te il suo nuovo alter-ego o se vogliamo complice, non credi?

DOUG ALDRICH: Fondamentalmente tutti nella band hanno portato e condiviso con gli altri il proprio background musicale. A volte io portavo un idea a David o magari succedeva il contrario e da li iniziavamo a lavorarci su. Credo che il risultato finale che volevamo raggiungere fosse scrivere una grande canzone o una canzone che comunque ci ispirasse molto. Sono molto orgoglioso del risultato che abbiamo ottenuto.

Coverdalealdrich

MR.IT: Tu e Reb (Beach, secondo chitarrista dei Whitesnake) avete formato e consolidato una formidabile squadra sfornando un incredibile numero di riffs e assoli per l’intero album (il terrificante duello su “My Evil Ways” ne è un chiaro esempio…). Qual’è il segreto di questa affinità musicale tra di voi?

DOUG ALDRICH: Reb ed io abbiamo iniziato a suonare nei Whitesnake nello stesso momento ed entrambi abbiamo dato il rispettivo contributo alla band. All’inizio, non ti nego che eravamo in forte competizione e credo che spesso la cosa risultava dannosa per la band ma sicuramente ci rispettiamo moltissimo l’un l’altro. Adesso amo tantissimo il suo modo di suonare, è un mostro ed un chitarrista molto creativo.

MR.IT: Stilisticamente, con questo nuovo album la band torna a quanto fatto verso la fine della prima parte della sua carriera (periodo Slide It In e Saint & Sinners), cioè a quel mix esplosivo di hard rock e blues. So inoltre che tu ami particolarmente quel periodo per cui quanto è cambiato secondo te il sound dei Whitesnake da Good To Be Bad a questo nuovo Forevermore?

DOUG ALDRICH: Io e David abbiamo sentito molta pressione mentre stavamo lavorando a Good To Be Bad, ma la fiducia che avevamo nelle nostre capacità ci ha permesso di riprendere e inserire su Forevermore tutto quello che avevamo lasciato fuori in precedenza. Abbiamo provato tipi differenti di sound e sono tutti presenti su questo nuovo album. Volevo che suonassimo moderni e “freschi” e allo stesso tempo compatti come i Whitesnake e lo stesso David sono sempre stati in tutti questi anni.

MR.IT: Doug puoi dirci qualcosa riguardo il titolo che avete scelto per questo nuovo album, Forevermore?

DOUG ALDRICH: Dopo che abbiamo iniziato a scrivere la canzone, David mi chiamò dicendo che aveva scelto il titolo sia per la canzone che per l’intero album.

Ho amato questo titolo fin dall’inizio, ed è molto difficile trovarne uno che piaccia a tutti. Un buon titolo deve essere collegato alle canzoni in modo da unirle fra di loro come un filo invisibile, e credo che Forevermore riesca nell’impresa.

MR.IT: Entriamo invece nel vivo delle canzoni di Forevermore. Ti dispiacerebbe dirci qualcosa riguardo ogni singola canzone? Per quanto mi riguarda, ritengo gli anthems “Steal Your Heart Away”, “Tell Me How”, “Dogs In The Street” le migliori tracce del disco. Canzoni mostruose con una massiccia e intricata dose di riff, mentre invece le canzoni più lente come “Easier Said Than Done” (col suo sound tipicamente “1987”) o “One of these days” risultano essere veramente emozionanti grazie ad una prestazione vocale maiuscola di David Coverdale che col suo registro vocale basso può trasformare una semplice ballad in una grande canzone.

DOUG ALDRICH: Le mie tracce preferite sono Forevermore, One Of These Days, Whipping Boy Blues e Love Will Set You Free ma ritengo che tutte in generale siano delle ottime canzoni. Mi piace soprattutto il fatto che, in questo disco, ci siano diverse atmosfere e diversi stili tutti in perfetta sintonia fra di loro.
C’è stata soltanto una sessione di stesura dei brani che è durata circa una settimana in cui sono state portate le versioni demo di Steal Your Heart Away, Tell Me How e Love Will Set You Free. E’ stato piacevole sentire che, dopo una settimana lontano da casa, una volta tornato le demo suonavano sempre fresche.
La cosa che però mi rende più contento è che le canzoni pian piano crescono dentro di te, e concordo con quanto hai detto su David: canzoni come Fare Thee Well sono proprio plasmate sulla sua straordinaria voce.

Whitesnake 2011

MR.IT: Riguardo invece il tuo stile e modo di suonare, sei stato costretto a modificarlo per adattarti alla musica della band?

DOUG ALDRICH: Modificarlo non proprio, diciamo che ho dovuto riprendere il modo di suonare con lo slide, per il resto ho imparato tantissime cose da quando sono entrato a far parte dei Whitesnake e il mio stile di base è rimasto pressochè invariato. Amo particolarmente il modo di suonare la chitarra degli anni settanta, e la cosa per me fondamentale è cercare il più possibile di suonare col cuore proprio come facevo quand’ero un ragazzino.

MR.IT: Quale musicista ha influenzato maggiormente il chitarrista Doug Aldrich?

DOUG ALDRICH: Jeff Beck, Jimmy Page, Jimi Hendrix, Duane Allman, Ritchie Blackmore, Eric Clapton, Tony Iommi, Eddie Van Halen, Randy Rhoads, Gary Moore, David Gilmour, Stevie Ray Vaughn….Credo che ognuno di essi sia stato importante nella mia crescita come chitarrista.

MR.IT: Qual’è stato il concerto che più di altri ricordi con piacere e per quale motivo?

DOUG ALDRICH: Mi verrebbe subito da menzionare lo show con Dio al Roseland Ballroom (New York) nel 2002 che tra l’altro è stato pure registrato, ma anche i concerti con i Whitesnake tenuti all’Hammersmith Apollo nel 2004 e a Donington nel 2009. Tutti show con una pressione non indifferente che richiedevano una prestazione priva di sbavatura da parte mia. Non sono mai soddisfatto del mio playing ma in quei concerti, devo dire la verità, è stato fantastico. Certo, potevo sempre fare di più ma considerando la pressione, credo che il risultato sia stato ottimo.

MR.IT: Torniamo al recente passato: durante il Good To Be Bad Tour del 2009 la band è stata costretta a cancellare le date rimanenti a causa di problemi gravi alle corde vocali di David Coverdale: puoi dirci qualcos’altro al riguardo?

DOUG ALDRICH: Certo! David si ammalò molto durante quel tour a causa dei continui mutamenti climatici e del tempo molto secco e asciutto. Ha continuato a cantare per un po’ ma, con poche date ormai rimaste da fare, si ruppe parte delle corde vocali. Il suo dottore gli consigliò di riposarsi immediatamente e così decidemmo di cancellare il tour.
David si riprese dopo quasi un mese, sentendosi finalmente bene e rigenerato e, come potete ben sentire dal nuovo disco, la sua voce è tornata stratosferica come mai prima d’ora. Stesso discorso per quanto riguarda le prove per il tour appena iniziato: è in forma perfetta.

doug2

MR.IT: Se dovessi scegliere il tuo album preferito fra tutte le tue band con cui hai collaborato quale sceglieresti e per quale motivo? E invece la canzoni che ami in modo particolare?

DOUG ALDRICH: Sinceramente non saprei, amo moltissimo Good To Be Bad. C’era tantissima pressione per quanto riguarda il lavoro che avremmo fatto dopo GTBB, e Forevermore credo che sia esattamente quello che io e David ci eravamo prefissati di raggiungere. Per cui credo che al momento sceglierei sia l’album Forevermore e sia la traccia che porta il suo stesso nome come canzone preferita.

MR.IT: Stai per andare in un’isola deserta e puoi portare con te soltanto cinque dischi: quali sceglieresti?

DOUG ALDRICH: Vediamo un po’:

Led Zeppelin – Physical Graffitti

Jeff Beck – Blow By Blow

Pink Floyd – Dark Side Of The Moon

Eagles – Greatest Hits 71-74

Beach Boys – Greatest Hits

MR.IT: Cambiando un po’ discorso, Doug, cosa ne pensi della scena musicale hard rock (o della musica in generale) odierna?

DOUG ALDRICH: Credo che cambi in continuazione, diventando sempre più “tosta” in alcuni frangenti. E’ dura per qualsiasi musicista ma ci sono ancora degli spiragli di luce. L’avvento di internet ha aperto delle nuove possibilità che sono molto interessanti se sfruttate come si deve. E infine ci sono tutte quelle grandi persone che con il loro lavoro forniscono supporto all’ambiente musicale aiutando le varie bands a creare sempre della buona musica. Esattamente quello che fanno alla Frontiers Records.

MR.IT: Credi che internet (nella fattispecie le webzines, myspace, facebook ecc) sia un ottimo strumento a disposizione di qualsiasi artista o gruppo musicale per promuovere la propria musica?

DOUG ALDRICH: Indubbiamente!! Internet è senz’altro un ottimo strumento per la promozione della musica di un artista.

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MR.IT: C’è qualche nuova band che ti piace particolarmente?

DOUG ALDRICH: Mi piacciono molto i Black Country Communion, i Black Stone Cherry e, anche se ormai non sono più tanto giovani, i Foo Fighters e i NickelBack.

MR.IT: Che tipo di musica stai ascoltando in questo periodo? E cosa ascolti invece quando sei in tour?

DOUG ALDRICH: In questo momento, ascolto cosa passa la radio nel tragitto tra la mia casa e il luogo dove io e la band facciamo le prove per il tour estivo, anche se fino a poco tempo fa ascoltavo solamente i Whitesnake. In tour invece, amo ascoltare i Led Zeppelin, i The Who, Black Crowes, Rainbow, Stevie Wonder, Journey e The Allman Brothers Band

MR.IT: Hai in mente qualcosa nell’immediato futuro per quanto riguarda i tuoi progetti musicali? Magari un nuovo cd solista??

DOUG ALDRICH: Diciamo che per il momento ho varie cose in mente.

Intanto, un progetto riguardante i Burning Rain che è stato tenuto da parte per molto tempo e che spero di realizzare in un immediato futuro. Poi ho fra le mani molto materiale strumentale di grande qualità ma purtroppo ho bisogno di tempo e di un bel budget per completare il tutto. Gli Whitesnake mi rubano moltissimo tempo!!

MR.IT: Siamo arrivati alla fine, grazie infinite Doug per quest’intervista: se vuoi lasciare un messaggio o dire qualcosa è il tuo momento!!!

DOUG ALDRICH: Grazie mille a te Andrea per il supporto dimostrato… Spero di incontrare voi di MelodicRock.it quest’estate. Con affetto, Doug.

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