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Recensione

85/100

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The Poodles – Performocracy – Recensione

18 Aprile 2011 11 Commenti Denis Abello

genere: Melodic Rock
anno: 2011
etichetta: Frontiers

Tracklist:

01. I Want It All
02. Until Our Kingdom Falls
03. Father To A Son
04. I Believe In You
05. Cuts Like A Knife
06. As Time Is Passing
07. Love Is All
08. Your Time Is Now
09. Action!
10. Bring Back The Night
11. Vampire's Call
12. Into The Quiet Night
13. Don’t Tell Me

Formazione:

Jakob Samuel - voce
Pontus Egberg – basso
Christian Lundqvist - batteria
Henrik Bergqvist – chitarra

Contatti:

http://www.poodles.se/

 

 

I The Poodles pur essendo una band relativamente giovane (attiva dal 2006) hanno saputo ritagliarsi un ruolo di primo piano nel rilancio del rock melodico Europeo confermandosi tra l’altro come una vera macchina da guerra in ambito live.
Dopo i loro primi due esaltanti album (Metal Will Stand Tall – 2006 e Sweet Trade – 2007), che contenevano pezzi che ne hanno decretato il successo come Echoes from the Past, Night of Passion, Song For You, Streets of Fire, Seven Seas, Thunderball e molti altri ancora, il loro terzo album (Clash of the Elements – 2009)  pur mantenendosi su livelli più che buoni sembrava iniziare ad evidenziare alcune crepe nella vena compositiva del gruppo.
Anche il loro live No Quarter (qui la recensione), prima fatica sotto etichetta Frontiers Records, non arrivò a centrare perfettamente il bersaglio non riuscendo a trasmettere appieno il feeling che la band può regalare durante i suoi live.
A questo punto non ci resta che prendere in mano le redini di questo loro nuovo Performocracy sperando che i quattro Barboncini riprendano la strada che ha segnato il successo del loro debutto…

LE CANZONI

I Want It All ci tiene sulle spine grazie al suo intro che sembra eterno, ma quando la band si lancia quello che entra in scena è il classico feeling dei migliori The Poodles giocato tra la voce di Jakob, chitarra, cori ed un ritornello di immediata presa.
Mantiene il giusto livello di interesse anche la successiva Until Our Kingdom Falls, ma è con la successiva dura e vibrante Father to a Son che il gruppo segna il primo vero punto di questo Performocracy. Si fa apprezzare il lato leggermente più cattivo e pestato del gruppo… al solito ritornello da paura!
I Believe In You mantiene il piglio duro e cattivo intrapreso con il precedente pezzo, ancora una volta i cori impeccabili ed immancabili in una produzione firmata The Poodles fanno la differenza, da segnalare poi il buon assolo di chitarra.
Il piano ci accompagna e ci introduce in Cuts Like a Knife che è stato scelto come primo singolo e di cui è stato realizzato anche un video. Il pezzo si segnala sicuramente come una delle prossime stelle in sede live.
La prima parte dell’album è stata nettamente mantenuta su un sound abbastanza spinto con tratti incisivi e duri e così l’apparizione della ballata As Time Is Passing, grazie anche al suo giusto tempismo riesce ad innalzarsi tra la mischia e ad attirare la nostra attenzione. Semplice, classica e di grande effetto!
Al giro di boa ci aspetta quello che secondo me può essere catalogato come uno dei pezzi più belli di questo lavoro. Fatevi semplicemente rapire dalla splendida e velata malinconia mista a rabbia di Love is All.
Your Time is Now non regge il confronto con il pezzo precedente e così passiamo oltre e ci facciamo trasportare dalla cadenza ritmica ed ipnotizzante di Action!
Lo spirito dell’hair metal ci tende la mano invece per l’apertura di Bring Back the Night, ma il seguito è nettamente più prepotente e ancora una volta non possiamo che inchinarci di fronte alle splendide melodie che il gruppo sa regalare. Vampire’s Call aggiunge poco a questo punto mentre nettamente più riuscita risulta Into The Quiet Night che esplode letteralmente durante il ritornello.
Lo spettacolo con Don’t Tell Me si conclude senza botti ma con la consapevolezza di un buon ritorno firmato The Poodles.

IN CONCLUSIONE

Manca il clamore dei primi album, ma sicuramente questo Performocracy servirà a confermare i The Poodles come uno dei migliori gruppi al momento presenti sulla scena Europea. Un album riuscito che non scontenterà sicuramente i fans della band, ma che può piacere anche a tutti gli altri. Grandi cori, ritornelli accattivanti e melodie ipnotiche la fanno da padrona in ogni singolo pezzo. Una bella conferma dai 4 Barboncini!

 

 

© 2011 – 2022, Denis Abello. All rights reserved.

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