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22 Gennaio 2011 7 Commenti Andrea Vizzari
genere: Hard Rock
anno: 2009
etichetta: Valery Records
Tracklist:
01. Evil Empire *
02. Feed The Ground
03. What We Still Don't Know
04. Living 4 *
05. Do It For Everyone *
06. Get Power From The Sun
07. Pain *
08. Dirty War Of Bloody Angels
09. The Water Diviner
10. You Are Always On My Mind
11. W.Y.S.I.W.Y.G. *
12. In A Superficial Way
13. Fake News
14. Son Of The Universe *
* migliori canzoni
Formazione:
Elio Maugeri - Voce
Simone Falovo - Chitarra
Stefano Turolla - Basso
Alex Jorio - Batteria
Nonostante il ritardo rispetto all’uscita del disco, è con immenso onore che inauguro la mia prima recensione ufficiale su Melodicrock.it con l’ultimo disco di una grande, anzi, grandissima band ITALIANA: gli Elektradrive e il loro ultimo album, Living 4. Per tutti quelli che si stanno chiedendo chi siano, beh, inginocchiatevi e chiedete umilmente scusa a una delle più importanti band che la nostra penisola abbia mai partorito e che in passato ha portato il nome musicale del nostro tricolore in alto nel mondo, ma talmente in alto che neanche potete immaginare. E se non credete ancora ai vostri occhi è bene sapere che il loro capolavoro di rock melodico “Due” uscito ormai nel lontano 1989, prese la valutazione massima su Kerrang! (uno dei più importanti magazine musicali al mondo), ben cinque “K”. Ancora non vi basta? Ok allora vi informo pure che nello stesso numero della rivista, Slip Of The Tongue dei Whitesnake di un certo David Coverdale prese solamente tre “K” come valutazione. Il gruppo, che allora vedeva in formazione Elio Maugeri alla voce, Simone Falovo alla chitarra, Alex Jorio alla batteria, Stefano Turolla al basso ed Eugenio Monassero alle tastiere, però non si montò la testa dopo il successo di Due, e pubblicò il successivo Big City nel 1993, anch’esso uno splendido album che ebbe un discreto successo. Da quel momento in poi la band, tra cambi di line-up e momenti di pausa arriva fino al 2004, anno in cui Elio Maugeri insieme a Simone Falovo torna a scrivere le canzoni che andranno a finire nel nuovo album ufficializzando la reunion della band con la line up originale (manca all’appello soltanto il tastierista Eugenio Manassero) fino ad arrivare al 2009, anno di uscita di questo Living 4. Un album particolare, con un suono più cattivo, molto hard rock ma particolare nella sua struttura abbandonando quella dolcezza dei primi lavori della band senza però perdere la qualità e il classico stile Elektradrive. Da menzionare le tematiche di tutto il disco, con lyrics che trattano temi come la salvaguardia del pianeta Terra o le corporazioni che agiscono nell’ombra.
LE CANZONI
Già da Evil Empire, opener di Living 4, si nota il cambiamento stilistico che la band ha apportato al proprio sound; primi secondi soffusi ad opera di Simone Falovo che con la sua chitarra prima crea un’atmosfera quasi magica e poi parte con un riff aggressivo subito accompagnato dalla voce in grande spolvero di Elio Maugeri. Tra lo scream nella parte iniziale e i vari acuti nel ritornello, il cantante parte subito in quarta. Benvenuti nel mondo dell’hard rock targato Elektradrive. Si continua con Feed The Ground, il cantato si fa più calmo, sonorità alla Queensryche seconda metà anni 90 e un ritornello carico di passione e solita prova straordinaria di Elio. What We Still Don’t Know parte subito con la voce di Maugeri sostenuta soltanto da alcuni arpeggi di Simone Falovo prima del classico riff di apertura. Ottimi cori nel ritornello e il timbro di Elio che si fa sempre più simile a quello di Chris Cornell (Soundgarden, Audioslave). Buona prova anche del duo ritmico Turolla/Jurio. Living 4, la titletrack vede dalla sua parte un ritornello sorretto solo dai soliti cori precisi ed efficaci e da una chitarra sempre in primo piano tra riff e armonici vari passando per gli acuti di Maugeri, potenti come non mai. Da menzionare varie sfumature “progressive” (vedere il finale) e ancora richiami ai migliori Queensryche. Do It For Everyone è la prima ballad del disco, e di sicuro colpirà molti ascoltatori per la sua particolarità ed atmosfere ricercate. Arpeggio pulito della chitarra di Falovo (magico in fase di assolo) e interpretazione da oscar di Maugeri fanno della canzone una delle migliori del disco. Con Get Power From The Sun si torna all’hard rock duro e puro, tornano le sfumature prog e l’aggressività dei precisi Jorio e Turolla. Bellissimi i cori e gli inserti vocali che vanno mischiandosi nel ritornello insieme alla voce di Maugeri. Ma non finisce qui: inaspettato ma quanto mai azzeccato nel finale arriva un assolo di flauto suonato dalla guest star Mauro Pagani (PFM). Altra pausa, altra ballad, altra dimostrazione di classiche: è il momento di Pain, perla melodica in pieno stile Elektradrive, con un crescendo nelle strofe fino all’esplosione nel classico ritornello. Tipica canzone da luci soffuse, accendini in aria e pubblico che canta all’unisono con la voce emozionata di Elio. Dirty War Of Bloody Angels come un fulmine al ciel sereno interrompe la pausa melodica con un Simone Falovo sugli scudi col suo riffing serrato farcito da varie parti soliste sempre perfette e un chorus da urlare a squarciagola. The Water Diviner invece ci regala nuove sperimentazioni sonore: voce effettata che nelle strofe mi ricorda certi Black Sabbath, sonorità più tendenti all’heavy metal che all’hard rock con tanto di screaming del buon Elio, sezione ritmica rocciosa il tutto condito da una tematica triste e sempre attuale. Forte e duro anche il messaggio lanciato presumibilmente verso tutti gli uomini nel finale della song:“If there is something you have not done yet, it is because you have not tried to do it” (trad. “Se c’è qualcosa che non avete ancora fatto, è solo perchè non ci avete provato”). Nulla di nuovo invece con You Are Always On My Mind: ricercata e sofferta nelle strofe, aggressiva e potente nel chorus, con solita prova maiuscola di Maugeri e di Falovo, supportati da un playing certosino di Turolla e Jorio. Con W.Y.S.I.W.Y.G (What You See Is What You Got) la band torna ad un hard rock di stampo classico con diversi riferimenti: riff stoppati e voce effettata nelle strofe che portano alla mente gli Alice In Chains di “Man In The Box”, e screaming alla Chris Cornell (versione Audioslave) nel bridge e nel ritornello da parte di Elio Maugeri. Ancora grandi armonizzazioni vocali e un interessante sezione strumentale intermedia sono i pregi di un altrimenti discreta canzone come In A Superficial Way. Fake News riprende ancora il mix di heavy metal-hard rock alla Alice In Chains, con un Simone Falovo che ci regala un ottimo assolo di chitarra. Siamo arrivati già alla fine, e tocca a Son Of The Universe chiudere in bellezza questo platter. Dopo i primi secondi in cui l’atmosfera è lenta, e la voce di Maugeri torna soffusa e sottile accompagnata soltanto da una chitarra acustica come nei migliori Pink Floyd, la canzone aumenta di intensità e tra cori incrociati alla voce principale, e una chitarra così sofferente che sembra quasi piangere nell’assolo gli Elektradrive ci regalano l’ultima perla di questo incredibile disco
IN CONCLUSIONE
Quando una band torna dopo tanti anni di inattività in studio decide di riunirsi per un nuovo disco, tanti dubbi passano per la mente affollandola con molte domande. Quando la band in questione si chiama Elektradrive, e ha un passato così importante alle spalle allora le paure aumentano, sperando in un qualcosa che non distrugga per sempre quanto fatto in passato.
La band torinese è riuscita nell’impresa: non solo è tornata dopo tanti anni con un “nuovo” sound (ma senza perdere il proprio stile), ma ha anche sfornato uno dei migliori album hard rock degli ultimi anni. Ottima prova di ogni singolo membro del gruppo: un Falovo in grande spolvero con i suoi riff granitici, i suoi soli sempre suonati con grande maestria, mai scontati o fuori posto, accompagnato dal duo Turolla/Jorio che hanno formato ancora una volta una perfetta sezione ritmica, precisa e fondamentale nel riempire e impreziosire il nuovo sound della band. Prestazione fuori scala per Elio Maugeri, sempre sugli scudi, emozionante, aggressivo, ammaliante, grintoso. Il tempo passa ma le qualità rimangono immutate.
Come si è potuto leggere dalla recensione, Living 4 è un mix di tante sonorità riprese in passato da altre band; basti pensare allo stesso Maugeri, che nonostante mi abbia ricordato in più punti ora Chris Cornell, ora Ronnie James Dio, ha sfornato una prova semplicemente fantastica e impetuosa sia nelle canzoni più pesanti che in quelle più melodiche. Ma gli Elektradrive hanno fatto di più: nonostante questi richiami, la band è riuscita nell’impresa di non snaturare per niente il proprio sound, per cui tutti i fans possono dormire tranquilli.
Merito a questi 4 grandi musicisti ITALIANI, ognuno di loro ha contribuito a realizzare questo splendido disco dimostrando che anche qui in Italia ci sono band che meriterebbero di vendite centinaia, migliaia di copie e di andare in tour in tutto il mondo..Se la band riuscirà prima o poi a raggiungere questi traguardi non saprei dirlo, ovviamente lo spero per loro, ma voglio ringraziare Elio, Simone, Stefano e Alex per tutte le emozioni trasmesse, quelle che solo i grandi musicisti sanno regalare.
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