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19 Ottobre 2010 9 Commenti Denis Abello
genere: Melodic Rock / AOR
anno: 2010
etichetta: Frontiers
Tracklist:
01. Perfect World
02. Borderlines
03. Movin On
04. Time
05. Crackin' Up Baby
06. Liberty
07. One More Day
08. Bushfire
09. Too Far Gone
10. Can't Let You Go
11. Say What You Want
Formazione:
Terry Brock - voce
Ian J. Stewart - chitarra
Warren Jolly - basso
David "Munch" Moore - tastiere
Jim Drummond - batteria
Scozzesi di origine, americani per impostazione musicale, gli Strangeways tornano nella loro migliore incarnazione che comprende Terry Brock alla voce. Il gruppo debuttò nel 1986 con l’album omonimo, ma sarà solo con il cantante americano che gli Strangeways riusciranno a firmare nel 1987 con Native Sons e nel 1989 con Walk on Fire i due capolavori indiscussi della loro carriera.
Dopo la dipartita di Terry gli Strangeways daranno alla luce altri tre album che però non riusciranno più a raggiungere i livelli di eccellenza delle precedenti produzioni e l’ultimo loro lavoro porta la lontana data del 2000.
Ha stupito molti infatti la notizia che il gruppo, con Terry Brock al comando, avrebbe partecipato a fine ottobre al Firefest 2010 portando tra l’altro tutti i pezzi del loro nuovo album intitolato Perfect World. Album che noi ci troviamo adesso fra le mani essendo uscito anche qui in Italia il 15 di ottobre sotto etichetta Frontiers Records…
LE CANZONI
Si parte subito con l’omonima Perfect World. I suoni poco puliti spiazzano al primo ascolto (ma mi viene da pensare che sia voluto, visto che solitamente le produzioni targate Frontiers sono molto alte qualitativamente da questo punto di vista), ma la voce sempre perfetta di Terry e l’ottimo studio melodico tengono alto il livello… anche se il risultato risulta fin troppo asettico.
Tutto meno che asettica la successiva Borderlines, che già dalle prime note regala sensazioni di libertà e grandi speranze che fanno venire i brividi. La voce catatonica ed appena accennata di Terry ed il ritmo monotono della chitarra donano un sapore particolare a questo bellissimo pezzo.
Movin On è invece uno dei pezzi più Rock, inizio cattivo caratterizzato dalla chitarra distorta di Ian Stewart, carino ma niente di più.
Time riesce invece nell’impresa di superare per intensità ed atmosfera la già stupenda Borderlines. Suoni e voce ovattati per questo lento che il “tempo” riesce a fermarlo con la sua melodia meditativa e rilassante che solo a sprazzi prende carica dall’interpretazione magistrale di Terry Brock. Indovinato anche l’assolo distorto di chitarra che accompagna verso la fine della canzone.
Molto intimista anche la successiva Crackin’ Up Baby che mantiene molto alto il livello dei lenti di questo album. Incisiva invece la successiva Liberty con un bel riff di chitarra, uno dei pezzi Rock dell’album più ispirati.
One More Day rallenta nuovamente la presa, meno intimista e più vitale rispetto a Borderlines o Time e sicuramente un altro pezzo che fa dell’atmosfera ovattata e soffusa il suo punto di forza.
Sonorità più tenebrose accompagnano l’entrata di Bushfire, che porta a termine degnamente il suo compito di dare un pò di “diversità” all’incedere lento di questo album, ma non va oltre a questo.
Infatti con la successiva Too Far Gone si torna su lente melodiche e atmosfere che sanno di libertà e voglia di fuggire… bella l’entrata in scena del ritornello.
Simile invece a Bushfire, Can’t Let You Go risulta però più personale e meglio riuscita.
Come iniziavo a sospettare la chiusura viene lasciata ad un altro lento di grande atmosfera, Say what you want. Ennesima prova magistrale alla voce per Terry Brock ed ennesima canzone da brividi.
IN CONCLUSIONE
Così dopo aver cantanto con i Giant nel riuscito album Promise Land, aver dato alla luce l’ottimo Diamond Blue come solista, Terry Brock ha deciso che i tempi erano maturi per riunirsi agli Strangeways e confezionare questo riuscito Perfect World.
Sono sincero, non conosco i precedenti lavori degli Strangeways e quindi non posso fare i relativi paragoni. Conosco però la carriera di Terry Brock sia come solista che con i Giant e posso dirvi che in questo Perfect World degli Strangeways è molto diverso dal solito.
Ci ha abituato con la sua voce possente a grandi prove vocali in cui gli acuti si sprecano. In questo lavoro ci troviamo invece di fronte ad interpretazioni più intimiste in cui la voce non è dominate, ma d’atmosfera… un Terry Brock che non mi aspettavo e che sinceramente mi ha positivamente stupito per la sua adattabilità.
Pensavo di trovarmi di fronte ad un album Rock con alcuni richiami americaneggianti, invece mi sono ritrovato ad ascoltare qualcosa di completamente diverso. Gli Strangeways non irrompono nei nostri timpani, entrano soffusi, quasi meditativi e ci lasciano rilassati e con sogni di libertà e di grandi spazi aperti nella mente… un bel lavoro, molto personale ed intimo.
Due soli appunti, il primo, ma non so sinceramente se sia voluto, ho trovato la produzione di stile molto “country”, un pò “sporca” per intenderci… forse avrei preferito un suono più pulito. 😉
Il secondo è invece per chi si aspetta un classico album Rock Melodico, attenzione che qui siamo di fronte a qualcosa di molto diverso, se proprio vogliamo definirlo direi una versione “New Age” dell’Aor con suoni molto zen e ovattati… attenti quindi che potreste rimanerne veramente delusi… a me comunque è piaciuto! 😉
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