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29 Settembre 2010 1 Commento Denis Abello
genere: Aor
anno: 2010
etichetta: Frontiers
Tracklist:
01. Is It Any Wonder
02. Lost In The Song
03. Some Things Are Better Left Unsaid
04. Epic In The Night
05. Shattered Without You
06. Burning Bright
07. Hold On To Your Dream
08. Still In Love
09. Answer To My Prayer
10. Relentless
11. All For One
Formazione:
Kevin Chalfant: Voce
Michael Gardner: Chitarra elettrica
Michael Higgins: Chitarra acustica, percussioni
Tim Larsson: Tastiere
Timmy Higgins: Batteria
Tornano i Two Fires con il loro stile inconfondibilmente AOR… giunti al loro terzo lavoro i Two Fires di Kevin Chalfant cambiano formazione, infatti perdono in questo nuovo lavoro Josh Ramos, chitarrista nei primi due album.
Con la dipartita di Josh Ramos si perde l’altra punta di diamante che caratterizzava la formazione dei primi due lavori, ma fortunatamente i Two Fires non perdono il loro stile, fatto di melodie ricercate ma di facile ascolto.
Vediamo però in dettaglio se questo album si mantiene sui livelli (elevati) raggiunti con i precedenti lavori che sono l’omonimo Two Fires del 2000 e l’album Ignition del 2002.
LE CANZONI
Is It Any Wonder ha l’arduo compito di aprire le danze… le influenze “Journeyane” di Chalfant si fanno subito sentire in questo primo pezzo molto orecchiabile. La successiva Lost in The Song continua sullo stesso stile della precedente Is It Any Wonder, melodia ricercata ma di facile presa (una costante di tutto il disco) con abbondanza di cori nel ritornello, un pezzo che scorre via veloce.
Some Things Are Better Left Unsaid ha una marcia in più rispetto ai primi pezzi, grande prova vocale di Chalfant per una ballata dalla forte impronta melodica, adoro questo tipo di pezzi molto intensi e con acuti da brivido… sempre per tornare in tema Journey, questo pezzo porta la firma di Neal Schon (storica chitarra dei Journey).
Epic In the Night pur avendo un buon ritmo non porta nessun valore aggiunto all’album, mentre riporta in alto il livello l’entrata da “vero colpo al cuore ” di Shattered Without You, altra ballatona in cui la chitarra fa da sfondo agli acuti di Chalfant… meno pulita nell’esecuzione rispetto a Some Things Are Better Left Unsaid, ma l’effetto “power ballad” nel finale recupera in pieno il divario.
Continuiamo in grande stile con il suono veloce di Burning Bright, la traccia che da il nome all’album. La canzone riesce a catturare l’attenzione suprattutto grazie al suo ritornello, molto bella e cucita alla perfezione per la voce da tenore di Chalfant.
Hold On To Your Dream non riesce ad affondare fino in fondo il colpo (e non mi piace l’inizio elettronico) e così alla fine non decolla, pezzo che viene dimenticato facilmente.
Still in Love ci culla con il suo ritmo dolce e delicato ed ha il grande pregio di farci ascoltare una prova vocale di Chalfant molto “personale“… lontana dallo stile Journey alla Steve Perry molto forte invece in tutto il resto dell’album.
Riprendiamo velocità sulle note di Answer To My Prayer in cui il binomio voce / chitarra funziona alla grande ed in generale una delle prove qualitativamente più elevate da pate di tutta la band.
Bella la successiva Relentless, riuscita nella melodia con il ritmo battuto dalla chitarra e la doppia voce nel ritornello ad impreziosire un pezzo di per se già molto bello. Un classico Aor.
Il disco si chiude con l’ennesima, ma comunque bella, power ballad dell’album intitolata All for One… testo un pò banale.
IN CONCLUSIONE
Ho pensato molto al voto da dare a questo lavoro… non sono un amante di Chalfant che, non me ne voglia, l’ho sempre trovato la versione “meno dotata” di Steve Perry. Purtroppo da questo punto di vista l’influenza dei Journey del periodo Perry (soprattutto dell’album Trial By Fire) in questo lavoro è molto forte.
Questo non è necessariamente un punto a sfavore di questo album che sicuramente dal punto di vista qualitativo è un prodotto ben curato, ma purtroppo non molto originale. Infatti Chalfant ricalca fin troppo bene le orme tracciate dai Journey e finisce per perdercisi in mezzo non aggiungendo nulla a quanto già prodotto dal gruppone statunitense.
L’album in generale però scorre via molto bene, le canzoni sono tutte molto orecchiabili e non ci sono grossi scivoloni. Ho apprezzato particolarmente le belle ballate, ma questo è un appunto molto personale, perchè in realtà tutti i pezzi sono molto godibili.
Mi trovo molto in difficoltà a dare una valutazione a questo lavoro, sicuramente un acquisto consigliato a tutti quelli che amano il genere AOR e che sono cresciuti con i Journey nel cuore e che sicuramente ascoltando questo Burning Bright si sentiranno avvolti da un’aria familiare… attenzione però, questo non è un lavoro dei Journey per quanto non sfigurerebbe nella loro discografia, se potete superare questo shock (ed io non sono sicuro di esserci riuscito) allora trovere sicuramente un buon compagno in questa terza uscita dei Two Fires!
Alla fine ho deciso comunque di essere molto obiettivo e valutare la qualità dei brani rispetto al resto delle uscite AOR di quest’anno e di andare oltre al fatto che questo Burning Bright mi sa tanto di rapina dalla lunga carriera dei Journey… 🙂
Questo per dire che l’album è bello ed ecco spiegato perchè dopo tutti i dubbi e le remore esplicate prima ho comunque deciso di assegnare un buono e politico 7,5. 😉
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