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Recensione

90/100

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Ken’s Dojo – Reincarnation – recensione

09 Settembre 2010 Comment Denis Abello

genere: Hard Rock / New Age??? / Guitar Virtuoso
anno: 2010
etichetta: AOR Heaven

Tracklist:

01. Forever
02. Keeping The Flame Alive (Nils K. Rue dei Pagan's Mind alla voce)
03. I Surrender (Glenn Hughes alla voce) *
04. Reincarnation (Chesney Hawkes alla voce) *
05. Momentos A Solas *
06. Demon In Diamonds (Tommy La Verdi dei 21 Guns alla voce) *
07. Come Alive
08. El Recreo *
09. Set This Angel Free *
10. Rain
11. Soundcheck Bonanza

* migliori canzoni

 

Ken’s Dojo, dietro a questo nome molto Zen si nasconde in realtà il ben poco orientale Ken Ingwersen che i cultori dell’Hard Rock avranno già associato alla band STREET LEGAL e del loro esordio Thunderdome.
Questo è il suo primo lavoro da solista, anche se sicuramente Ken non è ai suoi primi passi nell’Hard Rock avendo collaborato con nomi come oltre hai già citati Street Legal, Limelight, Evenrude, Rags, Speed, ed i grandissimi Uriah Heep.
Ken è un chitarrista e solitamente gli album solisti dei chitarristi sono o quasi completamente strumentali o si avvalgono di collaborazioni di vari vocalist… questo Reincarnation è una via di mezzo, insieme a pezzi strumentali infatti troviamo varie collaborazioni con grandi nomi (non solo vocalist) come Glenn Hughes (ex-Deep Purple), Ken Hensley (ex-Uriah Heep), Michael Eriksen (Circus Maximus), Nils K. Rue (Pagans Mind), Chesney Hawkes, Tommy La Verdi (ex-21 Guns), Eirikur Hauksson aka Eric Hawk (ex-Artch), Truls Haugen (Circus Maximus), Morty Black (ex-TNT), Ole Devold (Tritonus), Aslak Johnsen (Mindtech), Jon Rydningen (Dream Police)… direi che dopo queste premesse ed essere entrati in piena armonia con il nostro Karma interiore possiamo affrontare questo primo lavoro solista del maestro Ken’s Dojo 😉 …

LE CANZONI

… e dopo tutto questo Zen e Karma accumulato in preparazione a questo nostro viaggio l’open track non poteva essere che una traccia HAAAARD ROCK in grande stile. A parte gli scherzi,  Forever è un bel pezzo Hard Rock molto classico e subito per mettere le cose in chiaro Ken ci regala un ottimo assolo di chitarra piazzato in un pezzo dal sound molto forte.
Keeping the Flame Alive è un altro gran bel pezzo Rock, meno tirato rispetto alla precedente Forever anche se il ritornello non scherza.
Arriviamo così velocemente al terzo pezzo,  I Surrender ballads melodica che, non me ne voglia il buon Ken, ma gran parte della sua bellezza la deve alla magistrale interpretazione vocale del sempre in forma Glenn Hughes… anche se l’assolo di chitarra che lancia a mille la successiva intonazione vocale è veramente da brividi, tanti brividi… uno dei pezzi più belli e più ricchi di “pathos” di tutto l’album.
Reincarnation ha un’intonazione Jazz Fusion un pò difficile da digerire al primo ascolto ma che ti conquista subito dopo e anche qui veramente azzeccata la scelta vocale di Chesney Hawkes e altro encomio per il solito assolo di chitarra e altro momento riuscito di quest’album che si rivela sempre più una sorpresa.
Senza parole, sarà che Momentos A Solas è un pezzo interamente strumentale… ma le parole mi mancano veramente, non un pezzo originalissimo, ma che si fa perdonare ampiamente dall’esecuzione magistrale di Ken… se siete chitarristi duri e puri, mettetevi una mano sul vostro cuore rockettaro (ma sempre melodico 😉 ) e lasciatevi trasportare da questa interpretazione veramente intensa.
Dopo questo momento di pura emozione non è facile riprendersi e ripartire alla grande con la successiva Demon in Diamonds, altro grande pezzo Hard Rock e ancora una volta un’altra abbinazione vocale centrata in pieno.
Come Alive continua a farci sobbalzare con l’ennessimo pezzo Hard Rock di classe dell’album, forse però tra tutti è quello dell’album con meno mordente, ma è molto personale questo, perchè per il resto ci troviamo di fronte ad un altro pezzo di qualità eccelsa.
El Recreo è il secondo pezzo strumentale dell’album, malinconico e brevissimo (meno di 2 minuti), ma di un’intensità incredibile. Set This Angel Free è una delle canzoni più melodiche dell’album, grande esecuzione anche in questo caso.
Rain è un lento in cui ancora una volta si fa apprezzare il talento poliedrico di Ken alla chitarra, ma sinceramente la canzone non riesce ad avere la stessa forza emozionale delle precedenti.
L’album si chiude con Soundcheck Bonanza, traccia che sa molto di “jam session” in presa diretta e che sembra messa li giusto per dire “anche se l’album non vi è piaciuto almeno il talento c’è”… tranquillo Ken, l’album ci è piaciuto… 😉

IN CONCLUSIONE

Non conoscevo Ken Ingwersen come artista e sinceramente mi sono avvicinato a questo suo primo lavoro da solista con parecchia freddezza portandomi dietro anche un bel pò di pregiudizi personali sui lavori solisti dei chitarristi spesso troppo tecnici e poco “musicali”… ed invece questo lavoro è stata una vera sorpresa.
Ken è un vero talento, il suo stile mi ha ricordato in certi tratti alcuni grandi chitarristi assolutamente agli antipodi come Steve Stevens (grandissima chitarra Hard Rock!!!) e Santana, e questo vuol dire veramente tanto sulla sua qualità artistica.
Se poi mettiamo addirittura che con alcuni arrangiamenti elettronici certi pezzi non sfigurerebbero neanche in un album di Yanni!!! Abbiamo il primo chitarrista Hard Rock New Age della storia… 😉
Condiamo ancora il tutto con le azzeccate collaborazioni, soprattutto vocali, e direi che il voto in alto è presto spiegato.
Ora concludo, Reincarnation mi è veramente piaciuto, ma chiariamo, è un album di un chitarrista ed il voto in alto va inteso anche in questo senso, quindi aspettatevi tanta tanta tanta chitarra (… e ci mancherebbe) quindi se non sopportate questo strumento (ma allora forse siete sul sito sbagliato?) evitate questo album, altrimenti fatevi questo regalo, non ve ne pentirete

© 2010 – 2018, Denis Abello. All rights reserved.

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